Un fil rouge tra bellezza e valore. Una possibilità per chi, se non fosse per l’arte, non avrebbe altro modo di comunicare con gli altri. Una vera e propria collezione che, con semplicità, racchiude i principi cardine della nostra associazione: solidarietà e inclusione.
Tutto questo è AVIS Ethic, il progetto promosso da EMO Servizi, la società che da 16 anni offre prodotti e servizi alle nostre sedi sparse sul territorio nazionale. Un’iniziativa che, come fa capire il nome, vuole sottolineare l’importanza di affiancare l’immagine di AVIS e del suo ruolo etico e sociale a quelle degli artisti che hanno permesso a questo progetto di diventare realtà. Sì perché al centro di AVIS Ethic ci sono tre foulard coloratissimi che sono stati realizzati da persone con storie forti che ne hanno condizionato l’esistenza e le prospettive. Storie che, nonostante le difficoltà, non hanno impedito loro di guardare avanti e di alimentare la voglia di superare le barriere e comunicare con gli altri per quel desiderio di inclusione di cui, molto spesso, proprio l’arte è la principale messaggera.
Barbara Garlaschelli
Stiamo parlando di Barbara Garlaschelli, scrittrice, che con il suo libro “Non ti voglio vicino” è stata tra i dieci finalisti del Premio Strega. È nata a Milano e, oltre ad occuparsi anche di letteratura per ragazzi, dirige delle vere e proprie Masterclass di scrittura creativa. Cura anche due blog, uno letterario sdiario.com e uno artistico bagararte.com. Vive su una sedia a rotelle da quando aveva 16 anni, perché per un tuffo in acque troppo basse, ha riportato la frattura di una vertebra. Dorme poco, così di notte disegna e, per AVIS Ethic, ha realizzato il foulard chiamato “Red’s line”.
Clara Woods
Insieme a lei c’è Clara Woods. La potremmo definire una ragazza prodigio, visto che a soli 12 anni ha presentato la sua prima personale a Firenze, dove è nata. I suoi dipinti sono stati esposti nelle principali città italiane, nonché a Londra per finire anche in Giappone e Stati Uniti. Clara le barriere le ha dovute superare da quando è venuta alla luce, anzi, da prima. Ha avuto un ictus prenatale e, anche dopo aver iniziato a seguire un programma di riabilitazione, nonostante i progressi sorprendenti, non può parlare, leggere o scrivere, ma capisce ben tre lingue (italiano, inglese e portoghese). Il suo lavoro per AVIS Ethic si chiama “LIFE serie astratta 2018”.
I ragazzi del Collettivo KEPOS
E poi ci sono i ragazzi del Collettivo KEPOS. Si chiamano Marco, Sara, Francesco, Niccolò, Ernesto, Laura, Silvia, Alessandro, Fabio, Pierpaolo, Mariateresa. Si tratta di uno spazio di aggregazione che coinvolge persone con disabilità in attività occupazionali, permettendo loro di socializzare. Un luogo di incontro in cui svolgere laboratori pomeridiani e “collettivamente”, da cui il nome, creare un quadro, deciderne il titolo e la poesia che lo accompagna. Il loro lavoro per il progetto AVIS Ethic si chiama “SCOGLIERA: l’oceano consuma gli scogli che si trasformano in sabbia, acqua spumeggiante come vetri rotti o fuochi d’artificio”.
Dare volto e colore alla solidarietà e all’inclusione, questo è l’obiettivo del progetto. Il tutto lungo quel fil rouge che proprio la nostra associazione «ha iniziato a tessere con la campagna “Senza Confini” – spiega il presidente di EMO Servizi, Andrea Tieghi – Con questa collezione vogliamo rimarcare l’importanza di associare l’immagine di AVIS a valori fortemente legati alla dimensione etica e sociale e sempre di più le nostre scelte nel prossimo periodo si orienteranno verso prodotti sostenibili e con valenza sociale».
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