Le banche del sangue cordonale hanno accusato l’urto della pandemia. È quanto emerge dal Report sull’attività del 2020 pubblicato dalla ITCBN, la Rete nazionale delle banche italiane coordinata da Centro nazionale sangue e Centro nazionale trapianti.
Un documento che contribuisce a spiegare come l’anno appena concluso abbia inciso sul sistema di raccolta. Se le attività di selezione delle coppie donatrici e di raccolta stessa hanno subito una riduzione superiore al 40% rispetto al 2019 (per effetto dell’impossibilità di garantire percorsi sicuri negli ospedali), quelle di bancaggio e di distribuzione delle unità non hanno fatto registrare variazioni significative.
Le unità SCO raccolte dai 270 punti nascita afferenti alle 18 banche di cordone presenti sul territorio nazionale, sono state complessivamente 5.742, a fronte delle 10.661 dell'anno precedente. Sono state invece 320 le unità bancate (655 nel 2019) e, al 31 dicembre 2020, nelle banche cordonali italiane, erano disponibili 46.309 unità di sangue cordonale, di cui il 90,3% per uso allogenico non familiare, il 9,3% per uso allogenico dedicato e lo 0,4% per uso autologo. La ITCBN è costituita da 18 banche e 270 centri di raccolta dislocati in tutte le regioni italiane: i parti effettuati nelle BCO rappresentano, a tutto il 2020, il 64% di quelli totali in Italia.
Le banche pubbliche sono riunite nella Rete nazionale delle banche per la conservazione del sangue del cordone ombelicale (ITCBN – ITalian Cord Blood Network) che è stata istituita con il DM 18 novembre 2009, che ne definisce le finalità e i principi generali di organizzazione. L’ITCBN è finalizzata alla creazione dei necessari collegamenti fra le banche esistenti sul territorio nazionale, proponendosi quali obiettivi la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue cordonale a fini di trapianto ematopoietico. Ad oggi, questa rete è costituita da 18 banche ubicate in ospedali pubblici o privati convenzionati con il SSN in 13 regioni a ognuna delle quali sono collegati i centri di raccolta. Veneto, Lombardia, Toscana e Lazio hanno più di una banca sul territorio di competenza (rispettivamente tre banche in Veneto e due nelle altre regioni).