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Brescia, nella sede dell’Avis Provinciale la nuova sala per la raccolta plasma

Il progetto, realizzato grazie al sostegno del Comitato #aiutiAMObrescia, ha permesso di aumentare anche le postazioni destinate alla raccolta del sangue interoIl progetto, realizzato grazie al sostegno del Comitato #aiutiAMObrescia, ha permesso di aumentare anche le postazioni destinate alla raccolta del sangue intero

È stata inaugurata nei giorni scorsi la nuova sala destinata alla raccolta di plasma all’interno della sede dell’Avis Provinciale di Brescia. Saranno 8 le postazioni destinate alla plasmaferesi e 20 quelle per il sangue intero. La nuova struttura è frutto del contributo che il Comitato #aiutiAMObrescia ha deciso di destinare per implementare questo tipo di donazione proprio in uno dei territori più colpiti dalla pandemia.

 

Il finanziamento di 300mila euro ha permesso non solo di realizzare una sala specifica per la raccolta di plasma, ma anche di effettuare una serie di interventi strutturali all’interno della sede. Un qualcosa che, come ha sottolineato il presidente dell’Avis Provinciale, Gabriele Pagliarini, «ci ha permesso di risparmiare le risorse necessarie per allestire una nuova unità di raccolta che costituirà un punto di riferimento nella zona del Lago di Garda, dove avremo modo di raccogliere oltre 5mila sacche di sangue ogni anno». Un evento estremamente significativo che, prosegue, «ribadisce ancora una volta lo stretto legame che c’è tra l’associazione e questo territorio. La nuova sala ci consentirà di accogliere ancor più donatori in condizioni di assoluta sicurezza». Un senso di appartenenza che, conclude Pagliarini, «è avvalorato dalla partecipazione che 30 medici dell’Avis stanno garantendo nell’hub vaccinale predisposto qui a Brescia per contribuire attivamente alla campagna in corso».

 

inaugurazione sala plasma brescia2Foto di gruppo di fronte alla nuova sala

A coordinare la raccolta fondi in virtù della partnership in vigore da anni con il “Giornale di Brescia” è stata la Fondazione della comunità bresciana, realtà autonoma del territorio che fa da tramite tra chi desidera donare e chi ha bisogno di ricevere per realizzare progetti di utilità sociale. Un vero e proprio volano per lo sviluppo dell’area in cui è collocata: quella di Brescia, appunto. Come ha spiegato la presidente Alberta Marniga, «non è la prima volta che la nostra città dà vita a iniziative del genere. Già in passato ci eravamo mobilitati per ricostruire scuole e strutture per bambini nelle zone terremotate del PaeseLo scorso anno, con il piombare della pandemia, abbiamo capito che era necessario fare qualcosa anche per il nostro territorio». 

 

In circa un anno il Comitato #aiutiAMObrescia ha permesso di raccogliere circa 18 milioni di euro, una somma che è servita per rifornire gli ospedali di una serie di dispositivi: «Mascherine, guanti e calzari nel primo periodo del lockdown erano introvabili – racconta – ma siamo riusciti a fornire anche letti di terapia intensiva e altre attrezzature necessarie per allestire gli ospedali diffusi». Poi il pensiero è andato all’Avis: «L’emergenza sanitaria ha ribadito ancora una volta l’importanza della donazione di sangue e plasma e il ruolo strategico dei donatori – conclude – per questo abbiamo deciso di destinare un contributo all’associazione. Un gesto concreto per rafforzare la struttura, incentivare sempre più persone a donare e realizzare un qualcosa che poi potesse restare alla comunità».

 

All’inaugurazione della nuova sala ha partecipato anche il presidente di AVIS NazionaleGianpietro Briola: «Il cuore straordinario di questa città e di questa provincia ha permesso alla nostra sede provinciale di rafforzare la propria capacità di accoglienza di tutti i donatori. È significativo che proprio da questo territorio che, come altri della Lombardia è stato il simbolo dei mesi più duri della pandemia, sia partita questa straordinaria macchina della solidarietà che, nonostante le difficoltà e le incertezze dei mesi scorsi, non ha perso di vista le necessità e i potenziali bisogni della sua gente. Quello stesso spirito di cittadinanza attiva che caratterizza i donatori. Grazie a iniziative di questo tipo l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale non è più così lontano da raggiungere».

 

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