Il concetto di partenza è molto semplice: riuscire a promuovere la donazione attraverso uno strumento che coinvolga il maggior numero possibile di persone. Se poi riesce a unire anche l’importanza di mantenere stili di vita sani, ancora meglio. Ecco allora che lo sport è diventato l’alleato più importante per l’Avis Comunale di Vigonza, un piccolo centro in provincia di Padova.
Tutto inizia qualche anno fa quando il presidente Giancarlo Agostini avvia una collaborazione con il Calcio Padova da cui nasce “Un goal per la vita”. Di cosa si tratta? «Sia le squadre maschili che le femminili scendevano in campo con il logo dell’associazione sulle maglie e il claim scelto per questa iniziativa. Per noi, fin da subito, l’intento è stato molto chiaro: utilizzare lo sport come veicolo di informazione e promozione di questo gesto così semplice, ma prezioso per molti». E le cose sembrano funzionare anche lontano dai terreni di gioco. Chi è in prima linea per un impegno così straordinario sono i giovani. Oltre alle altre discipline, il basket su tutti, infatti, le nuove generazioni stanno diventando le promotrici di vere e proprie campagne di sensibilizzazione anche all’interno dei rispettivi nuclei familiari. Ma non solo.
Insieme a società sportive e attività commerciali del territorio sono state realizzate delle magliette informative da far indossare non solo agli atleti, ma anche a chi lavora in negozi, locali o altri esercizi della zona: «Il messaggio che vogliamo mandare è che chiunque, a prescindere da cosa fa, se è in buona salute può donare. Quindi, perché non farlo?». E i risultati stanno arrivando. Come racconta Agostini, «stiamo ricevendo tante richieste di ragazze e ragazzi che vogliono iscriversi ad Avis per iniziare a donare, così come tanti genitori». Sì, perché il senso di questo coinvolgimento non sta nella semplice consegna di maglie da indossare, ma come sottolinea il presidente «nell’organizzare incontri per spiegare cos’è Avis, cosa fa e perché la donazione è così importante. Mettiamo tanta passione in ciò che facciamo e siamo anche molto fortunati – confessa – perché ci troviamo in un luogo in cui c’è una forte sensibilità sul tema. Anche con le parrocchie, i ragazzi che nel periodo estivo fanno da animatori ai bambini più piccoli, indossano le nostre magliette. Il loro entusiasmo e la loro vivacità sono contagiosi – conclude – La mia speranza è che sempre più realtà sposino il nostro progetto e che anche in altre parti d’Italia lo sport e i giovani diventino un binomio imprescindibile per promuovere la cultura del dono e per il futuro della nostra associazione».
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