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Fattore VIII e IX per i pazienti emofilici, il ringraziamento del centro di Kabul ai donatori italiani

C’è un sentimento che supera ogni barriera. Ogni confine. Quel principio che fa capire come, di fronte a una persona in difficoltà, sia possibile fare ogni cosa. Si chiama solidarietà. O, più semplicemente, amore“Omnia vincit amor”, recita la locuzione latina di Virgilio. L’amore vince tutto. La sensibilità nel capire come, di fronte a una necessità, chi può è giusto che faccia la propria parte. Per chiunque. E dovunque.  Un bambino in cura nel Centro emofilia di KabulIn occasione della Giornata mondiale dell’emofilia, il centro nato da pochi anni a Kabul che assiste i pazienti affetti da questa patologia, ha voluto manifestare la propria gratitudine al nostro Paese. Anzi, di più. Ai nostri donatori. A quelle persone che, grazie alla loro scelta etica, volontaria e non remunerata, garantiscono terapie e speranza di vita a tanti. Terapie, quindi farmaci. Da qualche anno, la dottoressa Patrizia Collavo De Mas, farmacista, rappresenta il trait d’union tra l’Italia e la capitale afghana dove, grazie al suo impegno e alla collaborazione con il dottor Arif Oryakhail, coordinatore e responsabile sanitario della Cooperazione italiana allo Sviluppo in Afghanistan, ogni anno vengono consegnate unità di fattore VIII e IX plasmatici per curare i pazienti emofilici. Unità donate dalle regioni italiane. Un percorso lungo e caratterizzato da non poche difficoltà che la dottoressa ha voluto raccontare inviando una sua testimonianza diretta, profonda e toccante che, se mai ce ne dovesse essere ancora bisogno, fa capire nuovamente quanto un gesto tanto semplice quanto straordinario come quello della donazione di sangue e plasma rappresenti una speranza di vita incalcolabile per migliaia di persone. Bambini compresi.

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C’è un sentimento che supera ogni barriera. Ogni confine. Quel principio che fa capire come, di fronte a una persona in difficoltà, sia possibile fare ogni cosa. Si chiama solidarietà. O, più semplicemente, amore“Omnia vincit amor”, recita la locuzione latina di Virgilio. L’amore vince tutto. La sensibilità nel capire come, di fronte a una necessità, chi può è giusto che faccia la propria parte. Per chiunque. E dovunque.  Un bambino in cura nel Centro emofilia di KabulIn occasione della Giornata mondiale dell’emofilia, il centro nato da pochi anni a Kabul che assiste i pazienti affetti da questa patologia, ha voluto manifestare la propria gratitudine al nostro Paese. Anzi, di più. Ai nostri donatori. A quelle persone che, grazie alla loro scelta etica, volontaria e non remunerata, garantiscono terapie e speranza di vita a tanti. Terapie, quindi farmaci. Da qualche anno, la dottoressa Patrizia Collavo De Mas, farmacista, rappresenta il trait d’union tra l’Italia e la capitale afghana dove, grazie al suo impegno e alla collaborazione con il dottor Arif Oryakhail, coordinatore e responsabile sanitario della Cooperazione italiana allo Sviluppo in Afghanistan, ogni anno vengono consegnate unità di fattore VIII e IX plasmatici per curare i pazienti emofilici. Unità donate dalle regioni italiane. Un percorso lungo e caratterizzato da non poche difficoltà che la dottoressa ha voluto raccontare inviando una sua testimonianza diretta, profonda e toccante che, se mai ce ne dovesse essere ancora bisogno, fa capire nuovamente quanto un gesto tanto semplice quanto straordinario come quello della donazione di sangue e plasma rappresenti una speranza di vita incalcolabile per migliaia di persone. Bambini compresi.

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C’è un sentimento che supera ogni barriera

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