A cura di Piero Cattaneo, ex docente di metodologia della progettazione educativa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Sinossi
In un periodo storico particolarmente difficile e preoccupante come quello che stiamo attraversando, il ruolo del Terzo settore è di primaria importanza. Anche durante il periodo più buio della pandemia, AVIS ha continuato la sua “azione di volontariato” in condizioni non semplici e facili, date le molte restrizioni che hanno interessato l’intera popolazione del nostro Paese. È da questa considerazione che AVIS Nazionale deve avere il coraggio e la forza di ripartire con momenti di formazione in grado di avviare una ricerca delle innovazioni e dei cambiamenti che, se condivisi e accolti dagli Organi Direttivi dell’Associazione, possano innescare quel processo di “rigenerazione” che si rende sempre più urgente. In questo contesto, sviluppare una riflessione sui valori etici e sull’identità dell’Associazione risulta puntuale e necessario, al fine di delineare meglio le prospettive e gli scenari futuri. Sulla base di questi presupposti, nel fine settimana del 5 e 6 novembre 2022, si è tenuto a Roma un incontro formativo che ha visto la partecipazione di personalità di spicco del mondo accademico italiano.
Sintesi degli interventi
Il prof. Emanuele Serrelli, docente di Pedagogia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha messo i valori e l’identità di Avis in dialogo con le “cifre” del nostro tempo – individualismo, libertà e soggettivismo, ma anche pluralizzazione e complessificazione delle identità individuali – impostando così un ragionamento sulle vie possibili per alimentare il “contagio del dono”. Dopo aver passato in rassegna i valori più importanti che contraddistinguono la nostra Associazione, ha posto l’accento sull’idea di “dono” e sulla “espansione del dono” come essenza fondamentale dell’associazione. Attingendo poi ai lavori di vari pensatori (Z. Bauman, E. Goffman, P. Ricoeur, G. Biesta ma anche L. Pirandello) applicati alla società contemporanea, “liquida” e pervasa dai social network, ha tratteggiato alcuni elementi utili a riflettere sull’evoluzione delle identità personali, e sui relativi meccanismi di formazione. Seguendo infine le formulazioni del filosofo e pedagostista statunitense John Dewey, ha sottolineato l’importanza dell’esperienza condivisa, del corpo, della partecipazione sociale e della relazione di tutoring. La conclusione – aperta – ha puntato alla necessità per le associazioni di uscire e incontrare le persone nei luoghi dell’esperienza.
Il dott. Dario Menicagli della Scuola IMT Alti Studi di Lucca ha posto l’accento sull’identità di AVIS, che «si trova all’intersezione tra il mondo del volontariato e quello sanitario, risentendo quindi maggiormente di questi processi di trasformazione che coinvolgono sia la popolazione che le istituzioni». Il miglioramento delle comunicazioni, così come l’apporto dei nuovi mezzi di comunicazione, permettono di estendere la nostra capacità di conoscere e metterci in contatto con realtà diverse dalla nostra. Queste opportunità consentono alle organizzazioni di crescere e di rinnovare i propri strumenti per promuovere i messaggi e i valori di cui sono portatrici. Il volontariato è il contesto ottimale per mediare e modulare questi cambiamenti, ma per svolgere la sua funzione necessità di mantenere un’identità forte, fondata su valori condivisi tra i suoi membri. Tali valori devono essere centrali e unici per l’identità di una associazione, ma anche universali, così da poter essere esportati e condivisi con le nuove realtà con cui entra in contatto, e facilmente adottabili da chi proviene da contesti differenti, potendo comunque riconoscersi in essi.
Il prof. Aluisi Tosolini, filosofo dell’educazione, nel suo intervento ha evidenziato come il mondo della cultura, nella sua più variegata accezione (cultura come spazio della costruzione dell’identità personale e sociale, cultura come educazione e formazione, cultura come ambito di rielaborazione dei valori e di negoziazione dell’interazione tra alterità), costituisca il luogo chiave per la crescita degli individui e della società. In particolare ha evidenziato come la costruzione di sé non possa che avvenire entro una dimensione relazionale che comporta la “cura reciproca”, cioè il prendersi cura l’uno dell’altro. La dimensione della cura mette sempre in gioco l’interazione con l’alterità, intesa non tanto come soggetto bisognoso di aiuto quanto piuttosto come soggetto con cui entrare in relazione dialogica per tessere legami, costruire “mondi”, assumere responsabilità in ordine alla casa comune (oikos: casa società, casa cultura, casa mondo, casa cosmo). In questo senso la cura assume valenza “politica”, come sottolinea Luigina Mortari, una delle massime studiose del tema della cura in Italia. Tre sono le essenziali attività di cura – procurare ciò che nutre la vita, quelle che procurano ciò che nutre la vita, riparare le situazioni difficili, edificare mondi – e quando queste non trovano il giusto riconoscimento, la politica si inaridisce diventando incapace di promuovere una vita pienamente umana. Il mondo del volontariato, nel ridefinire e riaffermare con la propria testimonianza la centralità della cura, evidenzia anche la necessità che la politica si ripensi daccapo per diventare una politica della cura.
Il prof. Mario Zaninelli, docente presso l’Università statale di Milano ha posto al centro del suo intervento i giovani che, a ragione, vengono sollecitati a essere una speranza per il futuro e una risorsa, se ben educata e aiutata. La speranza, a sua volta, produce felicità, benessere e desiderio di un mondo migliore, più inclusivo, accogliente delle diversità che divengono ricchezza comune quando giustamente valorizzate. Chi ne beneficia è sicuramente una comunità di persone che va oltre le differenze e sa generare percorsi di pace, benessere e accoglienza totale. Una delle caratteristiche del giovane è quella del “correre”, intesa come capacità di “mettersi in gioco”, per una vita reale più bella, buona e inclusiva. È la conoscenza delle proprie capacità e abilità personali che produrranno, nel cuore del giovane, quella competenza utile alla realizzazione di una comunità e una società più accogliente. Sulla base di questi presupposti, le proposte formative che AVIS rivolge alle nuove generazioni dovrebbero basarsi su un “Patto educativo globale” che, partendo dal vissuto personale di ogni giovane arrivi a far esclamare, al giovane stesso, che vale la pena vivere l’esperienza di volontariato, in quanto arricchisce la crescita di ognuno/a in modo diverso, inclusivo e organizzato, coerente con l’ideale “avisino” presente nel DNA dell’Associazione fin dalla sua nascita.
Un approfondimento su questi temi è stato offerto dalla testimonianza diretta di tre giovani volontari intervenuti nel corso dell’incontro:
Irene Oppi, coordinatrice della Consulta nazionale AVIS Giovani
Mirko Simei, componente del Consiglio di Croce Rossa Italiana
Luca Caci, Presidente dell’Associazione di volontariato “Prospettive” di Torino
Materiali del corso
Approfondimenti
- Rainer Maria Rilke, Lettera ad un giovane, Qiqaion, 2015, Biella,
- Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, 2001 Milano
- Eugenio Scagliusi, Lo sport valore di promozione umana tra diritto allo sport ed etica per lo sport, Edizioni Viverein, 2019, Roma
- AA.VV., mettersi in gioco, EDB, 2018, Bologna
- Alberto Trevellin, Correre con Dio, Edizioni Messaggero Padova, 2022, Padova
- AA.VV., Patto educativo globale, Città Nuova, 2022, Roma
- Marta Milani, A scuola di competenze interculturali, Franco Angeli, 2017, Milano
- AA.VV., Le virtù in azione. Prospettive per il lavoro sociale ed educativo, Marcianum Press, 2021, Venezia
Videopillole
Emanuele Serrelli
Individualismo, libertà e soggettivismo: cifre del nostro tempo
Dario Menicagli
I valori e l’identità associativa al tempo delle sfide globali
Prof. Aluisi Tosolini
Dall’identità avisina all’etica associativa
Prof. Mario Zaninelli
I giovani: speranza e risorsa dell’umanità
CURATORE
Piero Cattaneo
Ex docente di metodologia della progettazione educativa
RELATORI
prof. Emanuele Serrelli
docente di Pedagogia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
dott. Dario Menicagli
Scuola IMT Alti Studi Lucca
dott. Aluisi Tosolini
filosofo dell’educazione
prof. Mario Zaninelli
docente presso l’Università statale di Milano