«Un’occasione per stimolare la società a essere solidale e sensibile verso chi ha bisogno». Così Papa Francesco, durante la preghiera dell’Angelus di domenica 14 giugno, ha voluto inviare il suo saluto a tutti i donatori di sangue del mondo nella giornata in cui si celebra il World Blood Donor Day. Il Santo Padre ha espresso il suo apprezzamento verso «coloro che compiono questo gesto semplice, ma molto importante, di aiuto al prossimo: donare il sangue». Proprio in questa data, l’Oms ha pubblicato i numeri relativi all’andamento delle donazioni di sangue a livello globale. Numeri che, ad oggi, continuano a segnare una profonda differenza di produzione e consumi di emocomponenti tra i Paesi più sviluppati e quelli meno. Ammontano a 118,5 milioni le donazioni in tutto il mondo. Di queste, il 40% viene raccolto nei Paesi a reddito più elevato, mentre in quelli a basso reddito, fino al 54% delle trasfusioni viene effettuato a bambini di età inferiore ai 5 anni. Una situazione diametralmente opposta rispetto ai Paesi più sviluppati, dove a essere trasfusi maggiormente sono le persone over 60 che raggiungono una percentuale del 75%. In base ai dati dell’Oms, a livello globale il 33% delle donazioni proviene dalle donne, anche se in 14 degli 11 Paesi dichiaranti la percentuale delle donatrici scende al di sotto del 10%. I giovani, invece, donano di più nei Paesi a basso e medio reddito. Tra il 2013 e il 2018 è aumentato il numero dei donatori volontari non remunerati: 7,8 milioni, per la precisione, portando a 79 i Paesi che raccolgono oltre il 90% del proprio fabbisogno da donatori non pagati. Tuttavia, 56 nazioni vedono ancora oltre 50% delle proprie scorte da donatori pagati, un concetto da cui il sistema sangue italiano è sempre voluto rimanere lontano. Il dono di sangue e plasma come gesto etico, periodico, volontario e non remunerato, infatti, fa da sempre dell’Italia e dei donatori italiani un’eccellenza a livello internazionale e, soprattutto, rappresenta una garanzia di qualità e sicurezza degli emocomponenti raccolti. Infine un dato sul plasma. Solo 55 dei 171 Paesi dichiaranti producono medicinali derivati dal plasma (PDMP), attraverso il frazionamento del plasma raccolto nel Paese dichiarante. Un totale di 90 Paesi ha riferito che tutti i PDMP sono stati importati, 16 Paesi hanno riferito che durante il periodo di riferimento non sono stati utilizzati PDMP e 10 Paesi non hanno risposto alla domanda.
