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A Napoli un convegno sul ruolo di AVIS nel mondo della scuola

Coinvolgimento delle nuove generazioni, collaborazione e co-progettazione con altri attori della società civile. Sono tante le sfide che AVIS si trova a dover affrontare per essere sempre di più protagonista del cambiamento nel mondo della scuola. Di questo si è parlato a Napoli nel corso di un convegno promosso dall'area scuola di AVIS Nazionale. Presenti alcuni nomi illustri di filosofia, didattica e pedagogia.

Il convegno si è aperto con i saluti di Domenico Nisticò, responsabile dell’area scuola nonché tesoriere della nostra associazione. Nel suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza di eventi come questo, che consentono il confronto tra esperti e volontari impegnati costantemente nella promozione della donazione e della solidarietà nelle classi di ogni ordine e grado. «La condivisione delle esperienze permette di portarsi a casa un bagaglio culturale certamente più ricco di quello che avevamo prima e, soprattutto, ci aiuta a operare bene, osando con maggiore consapevolezza».

scuola-napoli-nistico.pngCoordinatore scientifico dell’incontro è stato Piero Cattaneo, ex docente di metodologia della progettazione educativa che da ben 30 anni collabora con la nostra Associazione nella definizione di strategie per il mondo dell’istruzione.

 

«La scuola è profondamente cambiata non solo a causa della pandemia, ma anche prima che il Covid facesse la sua comparsa. La parola chiave è il coinvolgimento: le lezioni frontali devono lasciare il passo a momenti di condivisione e confronto dove gli studenti siano davvero protagonisti e si sentano parte integrante del cambiamento. In tale contesto la collaborazione con partner della società civile come le associazioni di volontariato è fondamentale, perché può proporre approcci innovativi e alternativi».

 

Partendo da questi spunti di riflessione si è sviluppato il dibattito tra i vari relatori che, attraverso il loro contributo, hanno cercato di delineare il ruolo e le strategie che il Terzo settore può adottare per rafforzare la sua presenza nel mondo della scuola.

Il prof. Aluisi Tosolini, dirigente scolastico e filosofo dell’educazione, ha focalizzato l’attenzione sulle alleanze tra scuola e territorio. «La comunità educante opera per “re-immaginare il nostro futuro assieme e trasformare l’istruzione”, come richiedono l’Unesco e l’Onu a partire da un nuovo contratto sociale. Le nuove alleanze territoriali sono così risorsa per lo sviluppo del valore della solidarietà, per la prevenzione della dispersione scolastica e per l’eliminazione di forme di devianza e di violenza».

 

Su questo punto il prof. Filippo Gomez Paloma, docente di didattica e pedagogia speciale all’Università di Macerata, ha evidenziato l'importanza di incrementare il ruolo guida della scuola e della pedagogia accademica sulla società. Il professore ha, inoltre, posto l’accento sull’integrazione tra la dimensione reale e virtuale, che costituisce ormai l’humus su cui edificare azioni e comportamenti della nostra vita. Da qui il termine onlife, coniato da filosofo Luciano Floridi per descrivere la costante interazione tra online e offline a cui siamo sempre più costantemente abituati.   

 

Come ha sottolineato il prof. Mario Zaninelli, docente alla Facoltà di Scienze motorie dell’Università Statale di Milano, risulta centrale l'esperienza diretta della corporeità, che aiuta gli studenti a conoscere e comprendere meglio le diversità e l'importanza dell'inclusione. «Anche le disabilità possono essere una grandissima risorsa e gli sforzi educativi, coadiuvati dall'attività motoria e dallo sport, contribuiscono a dare un orizzonte diverso alla corporeità, al punto di essere considerati fondamentali per ogni azione che parta dal corpo e si sviluppa nell’alterità degli individui». 

napoli-scuola-sala2.jpgIl convegno è stata anche l’occasione per illustrare alcune progettualità locali promosse sul territorio. A questo proposito sono intervenuti Matteo Bagnoli di Avis Regionale Toscana, Domenico Marrazzo di Avis Comunale Angri (SA), Emilio Del Vecchio dell’Avis Battipaglia (SA), Myriam Calipari dell’Avis Comunale di Reggio Calabria e Loredana Iannetti Avis Comunale di Crotone.

 

Su questi temi, inoltre, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi in una serie di attività interattive coordinate da Luca Caci, Presidente dell’associazione “Prospettive”

«La maggioranza dei presenti ha affermato che l'attività di AVIS dovrebbe partire dalla scuola elementare o addirittura da quella dell'infanzia, per spiegare ai più piccoli i profondi valori alla base del dono e dell'impegno di AVIS. In molti hanno, inoltre, affermato che è decisamente più facile intercettare un potenziale donatore quando è ancora uno studente».

Oltre l'80% ha sottolineato l'importanza di affiancare al mondo dell'istruzione la presenza di AVIS in altri luoghi frequentati dai giovani come palestre, centri sportivi e luoghi di incontro informali, senza dimenticare la forza dei social network.
Proprio sul tema dell'informatizzazione, più del 34% sostiene che le potenzialità digitali siano scarsamente sfruttate, mentre oltre il 76% ritiene che dei video-corsi online potrebbero aiutare i volontari a prepararsi prima di andare nelle scuole. Unanime, infine, il giudizio positivo sul possibile coinvolgimento dei volontari di Servizio civile e degli studenti universitari in queste attività di sensibilizzazione: a incidere sulla valutazione è soprattutto l'appartenenza alla stessa fascia d'età, che faciliterebbe la comunicazione, l'interazione e l’empatia.  

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