Nel testo, disponibile a questo link, vengono individuate le risorse finanziarie necessarie a garantire l’incentivazione alla donazione di plasma, prevedendo che siano definiti dal Ministero della salute, sentiti il Centro Nazionale Sangue e la Conferenza Stato-regioni, programmi finalizzati al raggiungimento dell’autosufficienza nella produzione di medicinali emoderivati prodotti da plasma nazionale derivante dalla donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita.
Al fine di promuovere la donazione volontaria e gratuita di sangue e di emocomponenti, si prevedono:
- 1 milione di euro annui a decorrere dal 2022, per la realizzazione da parte del Ministero della salute, in collaborazione con il Centro Nazionale Sangue e le associazioni e le federazioni di donatori volontari di sangue, di iniziative, campagne e progetti di comunicazione e informazione istituzionale nell’ambito della produzione di medicinali emoderivati prodotti dal plasma raccolto dai servizi trasfusionali italiani (donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue umano e dei suoi componenti).
- 6 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 per interventi di miglioramento organizzativo delle strutture dedicate alla raccolta e alla conservazione del plasma.
La norma interviene, inoltre, sulla produzione di plasmaderivati, individuando specifici requisiti per la lavorazione del plasma italiano, tra cui l’ubicazione degli stabilimenti di lavorazione, frazionamento e produzione di farmaci in Stati membri dell’Unione europea o in Stati terzi in cui il plasma raccolto derivi soltanto da donatori volontari non remunerati.
«La versione definitiva del testo – sottolinea il Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – contiene degli importantissimi emendamenti, già precedentemente accolti dalla Commissione Industria del Senato, che precisano che il plasma raccolto dai servizi trasfusionali italiani deve provenire esclusivamente dalla donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima, non remunerata e non rimborsata del sangue umano e dei suoi componenti.
Quello della gratuità del dono era un aspetto non esplicitato nella precedente versione del DDL che avrebbe aperto a significative criticità di interpretazione. Ecco perché AVIS negli ultimi mesi aveva intensificato la sua attività di interlocuzione parlamentare proprio per tutelare un principio che fin dalla sua fondazione, nel lontano 1927, ha rappresentato una delle colonne portanti della mission associativa».
Su questo tema, lo ricordiamo, il Presidente nazionale Briola era intervenuto nel corso di un’audizione in Senato nel mese di febbraio e durante una conferenza tenutasi a maggio a Palazzo Madama.
In riferimento ai fondi da destinare agli interventi di miglioramento, il Presidente Briola sottolinea alcune delle priorità: «occorre investire sul personale sanitario e incrementare il numero di medici e infermieri impiegati nei centri di raccolta. Inoltre, riteniamo fondamentale rendere più capillare la rete trasfusionale italiana, puntando sull'inserimento di queste strutture nelle Case di Comunità. Non possiamo dimenticare, poi, l'importanza di implementare un sistema informatico nazionale e di rivedere le tariffe di rimborso delle attività svolte dalle associazioni e federazioni di donatori di sangue a supporto del Sistema Sanitario Nazionale, garantendo a queste organizzazioni non profit la possibilità di aumentare il personale, sostenere le spese per il potenziamento degli strumenti dei centri di raccolta e incentivare le prenotazioni delle donazioni».