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Indice del dono 2023: i numeri in Italia, comune per comune

In base al report del Centro nazionale trapianti, è Trento la città più generosa in termini di donazioni di organi e tessuti. Positivi anche i dai registrati al Sud, ma sono ancora alte le opposizioni

Cominciamo dalle buone notizie: l’Italia si conferma un Paese generoso, con il numero di coloro che si esprimono a favore della donazione di organi e tessuti in costante crescita. In particolare, in base a quanto emerge dall’Indice del dono 2023, il report del Centro nazionale trapianti che fotografa la situazione dei vari comuni italiani, è Trento la città più virtuosa in tal senso. 

 

Il documento analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione registrate nel corso del 2022 al momento di emettere la carta d’identità elettronica (CIE) nelle anagrafi dei 7.028 comuni in cui è attivo il servizio. Per quanto riguarda il capoluogo trentino, si tratta di una conferma, visto che anche l’anno precedente si era piazzato in testa alla classifica dei centri con più di 100mila abitanti: su 11.678 persone che hanno rinnovato la CIE, il 78,6% dei dichiaranti ha scelto di fornire il consenso alla donazione. Un dato altissimo, superiore di oltre 10 punti rispetto alla media nazionale (68,2%). Al secondo posto a pari merito Sassari e Livorno, entrambe con un indice del dono di 67,69 su 100: la città sarda, sesta nel 2021, ha raggiunto il 79,1% dei consensi con un’astensione al 41,1%; i livornesi che hanno detto sì sono stati invece il 77%, ma con un’astensione più bassa (36,8%), il che spiega l’ex aequo. Ai piedi del podio troviamo Verona, poi Padova, Cagliari, Ferrara, Firenze, Pescara (la prima delle grandi città centro-meridionali) e Monza. Sale Milano (16esima, nel 2021 era 20esima), stabile Torino al 29mo posto, guadagna una posizione Roma (da 32ma a 31ma), ben tre Napoli che è 39ma (era 42ma).

 

indiceIl report del Centro nazionale trapianti

Tra i comuni medio-grandi, quelli cioè da 30mila a 100mila abitanti, è Corato, in provincia di Bari, il più generoso, con un tasso di consensi che raggiunge l’81,5%. Migliorano i dati di molti comuni meridionali, nonostante l’opposizione alla donazione al Sud resti tendenzialmente più alta rispetto al resto d’Italia. Al secondo posto c’è Nuoro, prima un anno fa, mentre completa il podio Alghero.

 

Tra i comuni medio-piccoli (5-30mila abitanti) a primeggiare quest’anno è Guardiagrele, in provincia di Chieti. La cittadina abruzzese ha registrato un tasso di consensi altissimo (98,6%) e un’astensione del 24,3%. Secondo posto per Primiero San Martino di Castrozza(TN) e terza Leverano (LE): al quarto posto c’è la palermitana Corleone, dove nel 2022 nessun cittadino ha detto no alla donazione: 313 i sì raccolti su 313 dichiaranti, ma il 42,9% ha preferito astenersi.

 

Per quanto riguarda invece i centri con meno di 5mila abitanti, ancora una volta è primo Geraci Siculo, piccolo comune delle Madonie palermitane, con un tasso di consensi del 96,8% e un’astensione al 6,9%: in totale, su 102 CIE emesse, sono stati registrati 92 sì alla donazione, 3 no e 7 astenuti. È in assoluto il miglior risultato tra tutti i comuni italiani, frutto di una sensibilità scaturita da una vicenda avvenuta nel 2021, quando morì Marta Minutella, una bambina di 11 anni: a seguito della tragedia, i genitori avevano voluto simbolicamente firmare il consenso alla donazione degli organi anche se poi il prelievo non era stato possibile per ragioni cliniche. La commozione generata da questo evento contribuì a radicare in paese una profonda cultura della donazione. Il podio dei piccoli comuni è completato da Cinte Tesino (TN) e da Cardedu (NU). 

 

A livello nazionale, nel 2022 sono stati registrati 2,8 milioni di nuove dichiarazioni di volontà alla donazione: 1,9 milioni di sì (68,2%), ma anche quasi 900mila no (31,8%), con un leggero peggioramento rispetto al 2021, quando i consensi si erano attestati al 68,9%. A esprimersi è stato il 55,5% dei cittadini: unconsenso maggiore è stato registrato tra le donne (71,3%, contro il 66,2% di sì espresso tra gli uomini) e tra i 35-40enni (72,6%), mentre l’opposizione è leggermente più alta fra i giovanissimi (nel 2022 il 30,2% dei 18-25enni ha registrato un no) per poi crescere esponenzialmente oltre i 70 anni (42,4% di no tra i 70-80enni, 56,5% tra gli over 80), nell’errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile. 

 

Complessivamente il Sistema informativo trapianti oggi ospita 15,5 milioni di dichiarazioni registrate: 11,1 milioni di sì e 4,4 milioni di no.

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