Benvenuta Communitas, il nuovo mensile di Vita

Pubblichiamo l’editoriale a firma di Riccardo Bonacina e Giuseppe Frangi.

In esso sono descritte le motivazioni e le riflessioni che sono alla base del nuovo progetto editoriale, dedicato alla “società di mezzo”: “Communitas”.

Abbiamo avuto il modo di sfogliarlo, leggerlo e “assaggiarlo". Ci è pervenuto in allegato a Vita. L’impressione è stata ottima per la capacità di trattare temi del sociale che si vorrebbe approfondire, ma che non è possibile fare nello spazio della comunicazione quotidiana. Per chi opera nel terzo settore, sono anche l’occasione per riflettere sull’evoluzione di certe realtà sociali di oggi.

Il primo numero del mensile, dal titolo “La società delle Paure”, diviso in tre aree: “la comunità di schiuma”, “la comunità di territorio” e la comunità del profondo”, raccoglie una trentina gli articoli.

La direzione è stata affidata ad Aldo Bonomi, editorialista del Corriere della Sera e fondatore del Consorzio Aaster (Associazione Agenti di Sviluppo del Territorio).

Leggetelo, vi sarà utile.

Per chi volesse saperne di più sui contenuti e sugli abbonamenti può reperire informazioni su www.vita.it

Editoriale del n.1 di Communitas: PERCHE’ COMMUNITAS di Riccardo Bonacina e Giuseppe Frangi

Sono passati dieci anni da che uno strano settimanale, il settimanale Vita, promosso da un gruppo di giornalisti e di associazioni di volontariato, cioè da istanze di base, debuttò in edicola con la promessa di dar voce a quella parte di società italiana che nel 1994 i media e le tradizionali forme di rappresentanza neppure vedevano e intercettavano. L’intuizione, anzi la passione, fu quella di provare a raccontare quel un terzo di popolazione italiana estranea, per scelta o condizione, ai tradizionali percorsi partecipativi della politica e dell’economia.

In questi dieci anni il settimanale (malgrado, o forse a ragione, della sua totale indipendenza) è cresciuto esprimendo e dando visibilità alle pratiche e ai saperi che via via prendevano forma e sostanza dentro la società di mezzo. Dalle pratiche del volontariato al lievitare di nuove forme di economia civile e di lavoro sociale, dal diffondersi della cultura della responsabilità al bisogno di eticità in terreni come la finanza e il turismo, dalla richiesta di una globalizzazione dei diritti al fiorire di nuove esperienze di aggregazione e partecipazione In questi dieci anni Vita è cresciuta di pari passo al crescere in coscienza e sistema del Terzo settore, ed è così che abbiamo incontrato, sul terreno della società di mezzo e delle sue articolazioni e trasformazioni, soggetti nuovi e imprevisti con i quali i collegamenti e le collaborazioni sono diventati via via strettissimi. è stato così anche per il mondo dell’associazionismo partecipativo che più abbiamo rappresentato. Abbiamo incontrato, raccontato e dato voce al mondo delle Fondazioni, dei centri studi, delle Università e degli enti culturali, delle autonomie locali e della pubblica amministrazione impegnate nell’inventare un Welfare possibile, del sindacato, del movimento cooperativo, dei movimenti sociali. Incontrando (cos’altro è una redazione se non un privilegiato luogo di incontro?) si sono cominciate a costruire convergenze, azioni comuni, partnership capaci di interpretare le esigenze di rinnovamento che sono vive nel Paese.

La nuova sfida di Vita, dieci anni dopo, si chiama Communitas. Un nuovo prodotto editoriale, un mensile che si propone di essere casa e pensatoio degli innovatori sociali, perciò a dirigere il progetto abbiamo chiamato un critico sociale capace di sorvegliare e leggere tutti i segni di novità e di trasformazione in atto nella nostra società, Aldo Bonomi.

Nell’epoca dei cocci, occorre che chi nelle pratiche quotidiane cerca di riconnettere fili di fiducia, cominci a “pensare insieme”, ogni mese. Autonomie sociali, i corpi intermedi, il Terzo settore, i sindacati, il mondo cooperativo, le fondazioni, ex bancarie e di impresa, gli amministratori della cosa pubblica, le Università, le organizzazioni non governative, i manager e gli imprenditori interessati alla pratica della responsabilità sociale di impresa, tutto ciò che di vivo e nuovo si muove nella società di mezzo. Communitas sarà la loro casa, il luogo  dei costruttori di comunità. Comunità in cui la libertà dell’io sia mobilitata per la costruzione comune, per l’interesse di tutti, e non per la convenienza della propria tribù.

Ma per fare insieme, occorrono un sogno, una visione, pensieri comuni. Questi non nascono per caso: chiedono un luogo di riflessione, di studio, di ricerca. Solo così potremo lanciarci in nuove avventure fondamentali per il nostro futuro e per quello del Paese.