Buone prassi e comunicazione in rete, il progetto è partito

Comunicazione in rete, primo obiettivo costruire il gruppo     Una trentina, tra dirigenti volontari e dipendenti, hanno partecipato nella giornata di lunedì 23 aprile, presso la sede nazionale, alla prima giornata di lavori del progetto ‘Buone prassi e comunicazione in rete’.   Un progetto voluto dalla dirigenza di AVIS NAZIONALE (leggi anche l’editoriale di pag. 1) e che per la prima volta, in modo organico e strutturato, ha fatto sedere nella stessa stanza persone che in diversi angoli d’Italia si occupano di promuovere l’immagine di AVIS.   Le basi del lavoro erano state gettate lo scorso mese di gennaio e un gruppo più ristretto lo ha perfezionato nei mesi successivi, fino a quando sono state chieste alla sedi regionali le persone da coinvolgere.     A coordinare il progetto è stato chiamato il professor Andrea Volterrani, docente di sociologia della comunicazione a Roma Tor Vergata ma soprattutto figura che da anni conosce Avis e il terzo settore, avendo già collaborato in passato con l’associazione e coordinando oggi – tra mille altre cose – il master in comunicazione sociale presso il suo ateneo e la Formazione Quadri Terzo Settore (FQTS con Forum e Csvnet).   Per la prima giornata di lavori è stato coinvolto come formatore anche Marco Serra, consulente aziendale ed esperto di facilitazione grafica.   Non sono state ore di formazione canoniche e calate dall’alto. Una modalità condivisa e destrutturata  ha cercato da subito di porre l’attenzione sulla necessità di costruzione del gruppo.   “Il processo di costruzione è fondamentale – ha spiegato nell’introduzione Volterrani – perché l’aspetto dei contenuti, dall’utilizzo dei social all’invio di una newsletter, si può approfondire anche sui propri territori. Siamo qui per costruire un contesto di relazioni e una comunità incentrata sullo scambio mutualistico e non sull’aiuto. Perché nel mutualismo ogni soggetto ha pari dignità, mentre nella relazione d’aiuto questo non accade”. Un processo che dovrebbe poi avere ricadute anche sui territori (regioni e province) di provenienza dei partecipanti, dove si potrebbero replicare le azioni principali. Dopo un ampio spazio iniziale dedicato alla presentazione dei partecipanti – anche attraverso simpatici esercizi per allenare la memoria – si è entrati nel vivo con la discussione a gruppi (dapprima di due persone e successivamente più ampi) di 3 concetti che oggi interessano il dibattito in Avis: condivisione, innovazione e lavoro in gruppo. Per ciascuno di essi, attraverso l’esempio della mongolfiera, è stato chiesto di individuare propulsori e zavorre, ossia punti di forza e criticità.   Senza ritrosie, i partecipanti hanno così discusso delle problematiche che oggi interessano Avis, dai personalismi alla mancanza di ricambio generazionale, evidenziando però anche situazioni dove c’è realmente sia condivisione di strategie ed eventi sia volontà di innovare conciliando tradizione e futuro. La formazione di Milano non rimarrà un momento isolato. Oltre al prossimo incontro in programma a luglio, i partecipanti avranno modo di scambiare contenuti sulla piattaforma FAD (formazione a distanza) di AVIS NAZIONALE.       Curiosità Che cos’è il fishbowl? Uno dei metodi usati nel’incontro del 23 aprile è stato il fish-bowl (letteralmente “vaschetta dei pesci“ o, liberamente tradotto, “acquario”).  Si tratta di una metodologia usata nelle discussioni di gruppo. I risultati scaturiti dai gruppi di lavoro non vengono presentati in successione da uno o più rappresentanti del gruppo, ma i singoli referenti presentano la relazione e la discussione dei risultati seduti in circolo. In ogni momento anche chi è seduto all’esterno del cerchio può partecipare alla discussione. L’insegnante funge da moderatore.