Carta etica di AVIS Nazionale: un'opportunità per la crescita associativa
Proseguono i lavori per la stesura della carta etica, il documento voluto da AVIS Nazionale che , attraverso la descrizione di una serie di pratiche sociali e comportamenti ricorrenti basati su valori condivisi, si propone l'obiettivo di favorire la crescita associativa in termini di competenza e coerenza.
Per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori abbiamo incontrato il prof.
Giuseppe Scaratti, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
che coordina le attività.
«Abbiamo concluso il primo lavoro di
ricognizione con il gruppo pilota e abbiamo individuato alcune situazioni
rilevanti e frequenti in ambito associativo che risultano sensibili alle
questioni etiche e sulle quali si può intraprendere un percorso di riflessione,
crescita e miglioramento. Adesso stiamo configurando un questionario per una
somministrazione su un campione più consistente, in maniera da avere anche un
supporto quantitativo al lavoro qualitativo svolto finora. L'obiettivo è quello
di ricevere un riscontro che validi in termini estensivi le fasi del progetto
descritte pocanzi. Sabato 13 ottobre, per esempio, si terranno all'Università
Cattolica di Milano alcuni focus group ai quali parteciperanno gruppi di
donatori e dirigenti associativi in rappresentanza di tutti i livelli (comunali,
provinciali e regionali) che, attraverso il loro confronto, cercheranno di
identificare le pratiche e le tematiche considerate maggiormente rilevanti per
la vita associativa.
Nel corso del Convegno della SIPCO (Società Italiana di Psicologia di
Comunità) tenutosi a Milano a fine settembre, Lei ha tenuto un simposio sul tema
della responsabilità sociale, civile e organizzativa nella società contemporanea
caratterizzata, come dice il sociologo Zigmut Bauman, da una frammentazione e da
una fluidità delle relazioni interpersonali. Sappiamo che nel corso del Suo
intervento ha parlato anche della carta etica AVIS, inserendola tra quelli che
Lei chiama "segnali emergenti di nuove modalità di creazione di permanenza di
valore". Può spiegarci meglio il senso di queste parole?«Nella nostra società contemporanea si assiste
al rischio di perdita di significato e di frammentazione, in cui prevalgono
spinte opportunistiche e strumentali di varia natura, unite al sovrapporsi
confusionario di interessi personali e collettivi. L'obiettivo del simposio era proprio quello di
dimostrare come, in tante realtà associative e di impresa sociale, ci sia un
rilancio di percorsi dove la fluidità cede il passo a esperienze di maggiore
solidità sociale, dove lo stare insieme e condividere dei valori diventa un
punto di riferimento rilevante. Il progetto che stiamo portando avanti con AVIS
è un chiaro esempio di questi percorsi di condivisione finalizzati a costruire
modelli di cittadinanza e convivenza che, a fronte della crisi, testimoniano
dell'avvio di un'inversione di tendenza e di uno spazio possibile per tessere e
intrecciare nuovi assetti valoriali, oltre a recuperare e rilanciare patti e
alleanze relazionali. La carta etica intende, infatti, dare nuova linfa a un
patto associativo che sia in grado di consolidare e diffondere il valore sociale
che la pratica della donazione rappresenta. Questo progetto può rappresentare al
riguardo un percorso capace di attribuire senso all'articolata esperienza
dell'associarsi per sostenere, promuovere e diffondere la pratica del dono e del
volontariato come valore condiviso».