
«La donazione gratuita del sangue non si tocca. Il nostro sistema è
buono e sostenibile, anche se dobbiamo lavorare per renderlo più
equilibrato e razionale a livello nazionale».
Si è concluso con questo messaggio del presidente SIMTI Claudio Velati
il Secondo Incontro Nazionale del Sistema Sangue Italiano, incentrato
sul tema della donazione di sangue fra etica e sostenibilità.
L'evento si è svolto a Lucca (nella sede di Fondazione Campus) il 29
e 30 giugno ed è stato organizzato da Fondazione Campus e SIMTI, con il
patrocinio del Ministero della Salute.
All'incontro erano
presenti 120 persone, rappresentanti delle principali associazioni di
donatori (Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa), dei medici
trasfusionisti e delle
autorità pubbliche di regolazione del Sistema Sangue Italiano (Centro
Nazionale Sangue e Centri Regionali Sangue).
Tra i numerosi argomenti affrontati, il convegno ha posto l'accento sui
problemi derivanti dalla necessità di aumentare il numero di
donatori e di donazioni periodiche, come ha sottolineato il direttore del Centro
Nazionale Sangue, Giuliano Grazzini. «È
in incremento, debole ma costante, il fabbisogno di sangue – ha detto
Grazzini - perché si assiste a un invecchiamento progressivo
della popolazione, a un aumento generale dei trattamenti medici e
chirurgici e a una maggiore attuazione di questi anche in età anziana,
cosa che prima non avveniva. Negli ultimi 10 anni (periodo 2001-2011)
in Italia le donazioni sono aumentate in media del 3,9% all'anno, e dal
2010 al 2011 del 5%. Si
dona perché c'è un'opera di sensibilizzazione e perché c'è un senso
civile: quando si muovono le leve giuste, gli italiani rispondono. E le
associazioni di volontariato fanno un grandissimo, incredibile lavoro».
All'incontro ha partecipato anche il Presidente di AVIS Nazionale,
Vincenzo Saturni, che ha parlato del contributo che le
associazioni di donatori offrono al Sistema Sangue Italiano.
«Investire un euro nel volontariato significa avere un ritorno pari a
12
euro – ha spiegato Saturni. Negli ultimi anni, un +7% del
Pil è dovuto all'aumento del volontariato, una risorsa non
quantificabile che offre al singolo una gratificazione tale da
modificarne in positivo lo stile di vita. La propensione degli italiani
a compiere queste azioni è triplicata tra il 1993 e il 2008: i volontari sono
oltre 3 milioni 315mila (+3% rispetto al censimento precedente).
Complessivamente, il volontariato rappresenta, in termini economici, il
20% dell'ammontare complessivo delle entrate del non profit, cioè 40
milioni di euro».
Di grande rilevanza i dati presentati anche da Giuseppe Aprili, past
president della SIMTI e coordinatore scientifico dell'incontro. «Il 65%
delle donazioni di sangue avviene in Paesi dove
vive il 25% della popolazione mondiale: i Paesi economicamente
sviluppati. Qui si donano
all'anno una media di 40 unità ogni 1000 abitanti, contro le 2 dei
paesi meno sviluppati. Ciò dimostra l'evidente necessità di
riequilibrare il
sistema in base ad una rinnovata coscienza etica».