Concluso a San Giovanni Rotondo il convegno sulla raccolta nel Centro-Sud
La Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (FG) sabato 7
maggio ha ospitato il convegno, valido anche come corso E.C.M., dal titolo "La
raccolta di sangue ed emocomponenti alla luce dei requisiti minimi per le
Strutture trasfusionali e le Unità di raccolta: realtà e prospettive nelle
Regioni Centro-Meridionali". L'incontro, patrocinato dalla Provincia di Foggia,
è stato promosso da AVIS Nazionale, in collaborazione con Avis Regionale Puglia
e Avis Regionale Lombardia.
Numerosi gli ospiti di rilevo del
panorama trasfusionale italiano presenti all'evento, come il direttore del Centro Nazionale Sangue,
Giuliano Grazzini, il vice-presidente della SIMTI, Stefano Antoncecchi, e i
responsabili dei CRAT (Coordinamenti Regionali per le Attività Trasfusionali) di
Puglia e Veneto, rispettivamente Michele Scelsi e Antonio Breda.
Al centro dell'attenzione, il più che mai attuale tema dell'accreditamento
delle strutture trasfusionali e di raccolta, nel pieno rispetto della normativa
europea che fissa standard comuni a tutti i Paesi membri in tema di qualità e
sicurezza del sangue e degli emoderivati.
I relatori hanno illustrato le varie fasi che porteranno alla completa
realizzazione di questo importante processo di adeguamento e hanno individuato
criticità e punti di forza del sistema italiano, ponendo l'accento sulle
prospettive e le opportunità future. "Con l'introduzione dei requisiti minimi,
il sistema trasfusionale italiano varca i confini nazionali - ha ricordato il
responsabile delle politiche sanitarie di AVIS Nazionale, Pasquale Spagnuolo -
ed entra in un contesto dove la raccolta, la lavorazione, la distribuzione e la
conservazione del sangue avvengono nel pieno rispetto di direttive fissate dal
Parlamento europeo".
Il coordinatore del Comitato Medico della nostra Associazione, Bernardino
Spaliviero, ha poi posto l'accento sulla raccolta associativa, evidenziando le
ricadute, i rischi e le grandi potenzialità offerte da tale riforma. "Di fronte al ridimensionamento delle risorse finanziarie pubbliche
- ha commentato Spaliviero - è inevitabile la riduzione della gestione diretta delle attività sanitarie da parte dell'autorità pubblica, che sta già di fatto procedendo a riduzione di personale nelle strutture trasfusionali.
La raccolta in convenzione AVIS può contenere l'incremento progressivo dei costi e consente l'utilizzo più razionale del personale dipendente pubblico per le altre fasi dell'attività trasfusionale e per la medicina trasfusionale. Il rispetto degli standard europei impone però un'organizzazione professionale complessa e articolata, sostenibile solo se si raggiungono adeguate masse critiche di attività".
Il convegno ha visto la partecipazione anche dell'assessore alla sanità della
Basilicata, Attilio Martorano, e del Senatore Fabrizio Di Stefano, che nel suo
intervento ha auspicato "l'istituzione di un tavolo tecnico di concertazione che
coinvolga tutte le varie e numerose realtà interessate, unitamente
all'associazione di categoria, affinché si ricerchino tutte le soluzioni
sostenibili e utili a garantire la sicurezza e la disponibilità continua di
questi farmaci salvavita, veramente essenziali a consentire spesso la
sopravvivenza e comunque sempre il miglior livello di salute ai nostri
concittadini più sfortunati".
Di grande rilievo anche la presenza di 10 Presidenti delle Avis Regionali di
Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio, Puglia, Basilicata,
Calabria e Sicilia i quali, attraverso i loro interventi, hanno
offerto una chiara descrizione dell'impegno e del valido contributo offerto
dalla nostra Associazione nell'ambito dei sistemi trasfusionali locali. Nella
sua relazione, il Presidente dell'Avis abruzzese, Pasquale Colamartino, ha posto l'accento
anche sulle sfide future che il
Mezzogiorno è chiamato ad affrontare. "In questo contesto di forte accelerazione del
sistema trasfusionale
nazionale - ha sottolineato Colamartino - molte regioni del Sud, come l'Abruzzo, che già da
tempo accusavano forti ritardi in merito alla riorganizzazione di questo settore, rischiano adesso di rimanere totalmente escluse da
questo processo di riallineamento al
contesto sanitario europeo.
Oltre a ciò, le gravissime condizioni economico-finanziarie in cui versano
queste regioni a
causa dello sforamento dei tetti di spesa previsti dal Patto di Stabilità per la
sanità e le conseguenti dinamiche del Commissariamento e dei Piani di
Rientro a cui sono cui sono state sottoposte dal Governo le Amministrazioni
locali, rischiano di
allontanare ancora di più il Servizio Trasfusionale dagli obiettivi di
miglioramento previsti a livello nazionale per mancanza di investimenti.
Si profila dunque il rischio di un sistema trasfusionale nazionale diviso a
metà, dove le regioni del Centro-Nord già adesso viaggiano alla velocità
degli altri Paesi europei, mentre nelle regioni del Centro-Sud il diritto alla
salute acquisisce sempre più i contorni di una nuova 'questione
meridionale'. Per questa ragione - ha aggiunto Colamartino - le Avis delle regioni del
Centro-Sud hanno promosso la costituzione di un tavolo di monitoraggio che avrà
il compito di analizzare le problematiche che ostacolano lo
sviluppo del sistema trasfusionale nel
Mezzogiorno ed elaborare proposte di intervento comuni che saranno portate
all'attenzione degli altri attori del sistema e delle istituzioni locali e nazionali".
Molti i fronti su cui è impegnata la nostra Associazione a livello nazionale,
come ha spiegato il Presidente Vincenzo Saturni: "Noi chiediamo l'impegno ad aumentare la nostra capacità di interloquire con la
Commissione Salute all'interno della Conferenza Stato-Regione. La legge 219 del
2005 prevede l'uniformità dell'assistenza trasfusionale su tutto il territorio, quindi questo è un principio saldo da perseguire e garantire per evitare che ci siano dei livelli sia per la donazione,
sia per la trasfusione diversificati sul territorio. È chiaro che per ottenere
questo risultato è necessario ottenere una frequente e attiva compartecipazione delle scelte programmatiche con le
Regioni. Gli incontri che si sono tenuti negli ultimi anni tra i responsabili
dei Centri di Coordinamento e compensazione regionali e i dirigenti associativi
stanno dando una serie di risultati, ma quello che manca in quella sede è
l'istituzione politica, che risulta indispensabile per la programmazione
trasfusionale. La sanità regionale deve, inoltre, dare un ulteriore spunto all'attività nazionale, per far sì che questa uniformità
sia garantita su tutto il territorio. Dal punto di vista associativo,
l'interlocuzione è ancora più forte con le nostre realtà regionali proprio per
portare avanti delle progettualità condivise".
A tale proposito, Saturni ha
ricordato che AVIS Nazionale ha previsto un percorso di accompagnamento per i
centri di raccolta associativa, finalizzato alla crescita complessiva del
sistema e al raggiungimento degli standard uniformi in materia di sicurezza e
qualità del sangue. "L'attività di raccolta è un completamento della missione di
AVIS - ha ricordato Saturni - che ci rende garanti della sicurezza di tutto il
percorso. In qualità di Presidente Nazionale, anche io sono responsabile
affinché questo percorso avvenga nel modo più corretto e puntuale possibile".
Nella sezione "Avis 24 Ore"=>Documenti sono disponibili le relazioni del Convegno