Da Trieste un'AVIS ancora più internazionale

Il 3-4 giugno scorso si è svolto a Trieste il convegno internazionale"Millenium Goal. Tra progetto e realizzazione". L'incontro prevedeva anche la cerimonia ufficiale di firma del progetto, ad opera dei rappresentati del Ministero degli Affari Esteri italiani (finanziatore del progetto), dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'area Pan-Americana e di Avis nazionale. Per motivi legati al completamento dell'iter progettuale, la cerimonia dovrà essere rimandata e i progettisti di Avis nazionale sono al lavoro per consegnare al più presto l'ultima aggiornata versione della proposta operativa, in modo che il Ministero degli esteri la possa visionare, approvare e rendere esecutiva entro l'autunno. "In questo progetto - come ha detto il presidente nazionale Vincenzo Saturni - Avis porta i suoi 84 anni di storia e di attività e mette a disposizione il know-how dei tanti dirigenti e volontari avisini per diffondere, anche fuori dai nostri confini nazionali, la cultura del dono e della solidarietà". La cornice entro cui si è svolto l'incontro, ha dato modo ai rappresentanti dei Paesi latini di conoscere una delle realtà di eccellenza del mondo trasfusionale italiano. Come sottolineato anche dall'Assessore regionale alla Salute, Integrazione Socio Sanitaria e Politiche Sociali, Prof. Vladimir Kosic, il Friuli Venezia Giulia è la regione con il più alto numero di donatori per 1000 abitanti e rappresenta una delle eccellenze in termini di autosufficienza su scala nazionale. Tra i presenti anche il neo-eletto presidente Fiods, Gianfranco Massaro, che ha colto l'occasione per esortare i rappresentanti dei Paesi intervenuti a considerare la Fiods come una preziosa risorsa per le costituende associazioni di volontari del sangue nei paesi latinoamericani, per fare rete e crescere insieme. Un concetto ribadito dal Segretario generale Fiods, il francese Jean Marie Durant. Il programma dell'intensa due-giorni ha visto susseguirsi al tavolo dei relatori numerosi esperti e dirigenti Avis che hanno illustrato alcuni esempi della gestione organizzativa di Avis (sia in termini prettamente associativi, ma anche logistici e strutturali) o di forme di cooperazione internazionale già in atto, per spiegare in concreto come si è pensato di strutturare il progetto. Un esempio per tutti è stato il progetto biennale Avas nella regione Argentina di Cordoba - presentato da Aldo Degaudenz, presidente Avis Trento. Il vero valore aggiunto dell'incontro è stata però la presenza dei rappresentanti dei Paesi direttamente interessati dal progetto: Maria Del Carmen Garcia (Bolivia), Ines Adela Zelaya Pineda (Honduras), Nathaly Marquez Tapia (Ecuador), Claudia Maria Garcia (Guatemala). Assieme a loro anche Claudia Barrera Lemus, coordinatrice del "club 25" dei giovani donatori volontari di El Salvador e la Vice Ministro della Salute del Governo dell'Honduras, la dottoressa Ednay Lany. Quest'ultima ha sottolineato l'importanza per il proprio Paese e per tutti i Paesi dell'America Latina di investire in questo progetto per ottenere in futuro un approvvigionamento di sangue sicuro da donatori volontari, soprattutto per rispondere alle grandissime esigenze di sangue nel trattamento delle patologie post-parto. Non solo sangue, ma anche plasma. Se è vero che il progetto punta all'avvio della donazione di sangue su base volontaria, anche la questione plasma può essere determinante, soprattutto per la componente che può essere ottenuto dalla separazione (tecnologia già in uso anche in America Latina e che andrebbe quindi incrementata). In particolare l'intervento del dott. Bernardino Spaliviero, responsabile del Comitato medico di Avis nazionale ha inteso fornire ai delegati dei Paesi coinvolti nel progetto una prima infarinatura rispetto alla raccolta e lavorazione del plasma in Italia. A cura di Silvia Apollonio e Beppe Castellano.