Donazioni, 2009 anno difficile

La crisi economica ha fatto sentire il suo effetto anche nel Terzo settore: il 37% delle organizzazioni non profit infatti ha registrato nel corso del 2009 una flessione nella raccolta fondi rispetto all'anno precedente. Una situazione che sarebbe potuta essere ancor peggiore se durante la raccolta natalizia di due mesi fa non si fossero manifestati segni evidenti di ripresa: la raccolta fondi di Natale è andata infatti meglio dell'intera raccolta fondi del resto dell'anno e ha superato nettamente anche la raccolta natalizia del 2008. Un aumento di donazioni che spinge le organizzazioni non profit a ipotizzare un 2010 meno difficile dell'anno appena trascorso. I dati sul 2009 come "anno nero per il settore non profit" sono contenuti nell'indagine "La generosità batte la crisi?", curata dall'Istituto italiano della donazione e illustrati ieri al Cnel. La ricerca è stata realizzata su un campione di 103 organizzazioni non profit (quasi la metà attive nel versante della cooperazione internazionale, il 30% in quello della salute, il 20% in quello dell'emarginazione sociale, con piccole presenze nei campi dell'ambiente e della cultura). Delle Onp intervistate, il 23% ha incrementato nel 2009 la propria raccolta fondi rispetto all'anno precedente, il 40% non ha avvertito alcun cambiamento sostanziale e il 37% ha invece raccolto meno dell'anno prima. La raccolta fondi natalizia del 2009 è andata meglio della raccolta fondi dell'intero anno e anche di quella natalizia del 2008: tutte le Onp recuperano terreno in questa ultima parte dell'anno: il trend, negativo per tutto il 2009, sembra dare segnali di ripresa. I dati mostrano che il 26% delle Onp ha raccolto di più rispetto alla raccolta natalizia dell'anno precedente, con un aumento di 12 punti percentuali rispetto all'aumento registrato a Natale 2008 rispetto alla raccolta del 2007. Sempre rispetto a dodici mesi prima, nel 2008 aveva raccolto di meno il 37% delle organizzazioni non profit, nel 2009 tale quota è scesa al 26%. Secondo la ricerca, questo dato può essere interpretato col fatto che la crisi economica ha iniziato ad influire già dal Natale 2008 per ripercuotersi su tutto il 2009, lasciando un po' di respiro alla raccolta fondi natalizia del 2009. Che la crisi abbia fatto pienamente il suo corso durante l'anno lo dimostrano anche i dati riguardanti le aspettative sul 2009 rilevate a gennaio 2009 e le stime sull'effettivo andamento della raccolta fondi osservate a giugno 2009 e a gennaio 2010: a gennaio 2009 le Onp prevedevano di perdere, rispetto all'anno prima, nel 27% dei casi ma già a metà anno, nella rilevazione relativa a giugno 2009, stimavano di aver perso di più (il 34%) di quanto avevano previsto, per poi arrivare a fine anno a indicare una perdita nel 37% dei casi. Quanto alle previsioni per il 2010, queste sono molto più ottimistiche rispetto a quelle del 2009, forse – spiegano i ricercatori – solo come forma di reazione rispetto ai risultati non positivi riscontrati durante l'anno. Nel 2010, oltre la metà delle Onp (il 51%) prevede di raccogliere più dell'anno precedente, mentre il 38% stima risultati in linea con quello appena trascorso e appena l'11% si attende un peggioramento. L'ottimismo generale è confermato dal confronto con le previsioni che erano state fatte dodici mesi fa: a inizio 2009 solo il 23% si attendeva un risultato migliore rispetto al 2008, mentre la metà ipotizzava risultati in linea con il 2008 e il 22% indicava il timore di un calo. Se a gennaio 2009 dunque ben il 22% delle Onp si aspettava di dover tirare la cinghia, questa percentuale è ora – riferita all'anno 2010 – scesa al 9%. "L'indagine - spiegano i ricercatori - ha rilevato per tutti i settori, in particolare quelli più colpiti dalla crisi, una propensione fortemente positiva verso il futuro". Nonostante questo, comunque, la percezione della crisi però resta evidente, dal momento che per le Onp gli effetti della stessa sono tutt'altro che acqua passata: alla domanda se gli effetti della crisi siano esauriti, infatti, ben il 94% delle organizzazioni risponde negativamente, facendo intendere che la situazione economica e finanziaria continua – nonostante l'ottimismo - a destare preoccupazione. Ma come la minore propensione alla donazione dei privati cittadini ha potuto ripercuotersi sugli andamenti dei tre settori studiati? La buona performance della cooperazione internazionale, la sostanziale tenuta dell'emarginazione sociale e il vistoso contraccolpo subito dalla Salute-ricerca scientifica sono dovuti, secondo i ricercatori, ad una serie di concause, nelle quali rivestono un ruolo decisivo le modalità operative con le quali viene indirizzata la donazione. Così, se il terremoto in Abruzzo ha accentrato su di sè la gran parte delle donazioni inviate tramite sms, penalizzando largamente il settore della ricerca scientifica che su tale mezzo investe molto (soprattutto nel periodo fra aprile e giugno), le forme di pagamento meno volatili (come i Rid bancari generalmente utilizzati, ad esempio, per il sostegno a distanza) hanno reso più agevole la tenuta del settore della cooperazione internazionale, che su di essi si fonda. Nelle differenze fra i tre settori, e soprattutto nella buona prestazione della cooperazione internazionale, ha giocato un ruolo anche il positivo andamento della campagna natalizia 2009, superiore a quella del resto dell'anno: a Natale hanno generalmente maggior successo proprio le campagne concentrate sull'aiutare gli altri, concetto che ben richiama lo spirito natalizio e che è molto frequente proprio nei temi affrontati dalla cooperazione internazionale. da www.dire.it