Ecco il manifesto del volontariato del sangue nel contesto nazionale e internazionale
«Il sangue e suoi derivati sono un bene etico, pubblico, strategico, frutto di un dono e quindi un prodotto biologico e non farmaceutico. Le Associazioni e Federazioni dei donatori sono un riferimento essenziale per il perseguimento degli obiettivi del sistema trasfusionale e attraverso il loro impegno e la partecipazione diretta alla vita istituzionale del Paese attribuiscono un valore aggiunto alle attività svolte in ambito sanitario e sociale».
Sono le parole contenute nel messaggio che il CIVIS, Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani del Sangue che riunisce AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS e FRATRES, ha letto questa mattina nell'Auditorium del Ministero della Salute a Roma, in apertura del Forum Internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità incentrato su “Autosufficienza in materia di sangue ed emoderivati sicuri, basata sulla donazione di sangue volontaria non remunerata".
«Le azioni costanti svolte dalle nostre organizzazioni sul territorio – si legge nel documento - portano a una fidelizzazione efficace, dimostrata dal fatto che in Italia la percentuale di donatori periodici sul totale è dell’86%. A questo si aggiunge il nostro fondamentale ruolo di mediatori di valori quali la solidarietà e la generosità, nella costante opera di sensibilizzazione dei cittadini.
L’elevato numero di donatori periodici, volontari, non remunerati, responsabili e associati, riconosciuti dalla legge come operatori sanitari, favorisce la realizzazione di efficaci attività di prevenzione, di promozione di stili di vita sani, positivi e quindi di salute. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato come in Italia ci sia anche un ritorno positivo dell’investimento economico delle istituzioni nel non profit: per ogni euro investito nel volontariato, infatti, la società ne trae un “beneficio” pari a 11.8 volte».
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