Il Tempio del Donatore riapre, la festa dopo i lavori di restauro
Sabato 18 settembre la cerimonia di inaugurazione del luogo simbolo del volontariato del sangue. Il presidente dell’Odv, Gino Foffano: «Commosso dalla partecipazione delle persone»
Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato. Sabato 18 settembre il Tempio Internazionale del Donatore ha riaperto i battenti. Dopo i lavori di restauro resi necessari per consentire a questo luogo simbolo di tornare a nuova vita (era chiuso per inagibilità dal 2017), finalmente il mondo del volontariato del dono ha potuto celebrare insieme questo evento così sentito.
L’importanza del Tempio, infatti, è data soprattutto dalla posizione in cui sorge, alle pendici del Monte Cesen, in uno dei punti strategici a livello militare durante la Prima Guerra Mondiale: proprio a Pianezze di Valdobbiadene durante il conflitto c’era una postazione di cannoni, motivo per cui venne deciso di realizzare questa costruzione dedicata alla vita e alla solidarietà per ricordare che “Il sangue si dona, non si versa”.
Quella di sabato è stata una giornata molto particolare e sentita dalle associazioni AVIS, FIDAS, FRATRES e AIDO che, nell’aprile 2019, diedero vita all’Odv “Tempio Internazionale del Donatore”. Prima del tradizionale taglio del nastro e della Santa Messa, c’è stato modo di vivere insieme “La nuova luce del dono”, un convegno sul tema dell’etica della donazione moderato da Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni familiari del Veneto. L’incontro ha visto intervenire il Prof. Don Carlo Broccardo, presbitero della diocesi di Padova, nonché vicepresidente della Facoltà teologica del Triveneto e docente di Sacra Scrittura, e la Prof.ssa Chiara Cremonesi, docente di Storia delle religioni e Teorie e metodi dell'indagine storico-religiosa presso l'Università di Padova.
Nella sua testimonianza, il professor Broccardo ha esposto un’analisi molto interessante facendo un parallelismo tra i concetti ispiratori che hanno portato alla costruzione del Tempio, come misericordia, carità e solidarietà, e quanto riportato nelle Sacre Scritture. Una riflessione sul mondo e sulla vita e su come qualsiasi forma di rapporto, cristiano e sociale, non possa prescindere da questo tipo di valori. La professoressa Cremonesi, partendo invece dal libro da lei curato “Spazi e percorsi sacri. I santuari, le vie, i corpi”, ha proposto una riflessione sul valore sociale, culturale e religioso del Tempio e su come la sua costruzione, in un luogo legato al dolore e alle battaglia, sia ancora oggi un monito contro qualsiasi forma di violenza. Il dono come gesto universale di amore incondizionato è stato il fil rouge che ha caratterizzato gli interventi dei due relatori: un concetto che proprio in un luogo come questo vuole ritrovare la comunione con noi stessi e con gli altri ispirata al motto “Charitas usque ad sanguinem” che da oltre novant’anni contraddistingue il nostro operato.
Molto emozionato, al termine della giornata, il presidente dell’Odv Tempio Internazionale del Donatore, Gino Foffano: «È stato un evento straordinario nel quale abbiamo ricevuto una risposta a livello partecipativo assolutamente inaspettata. Per una serie di questioni logistiche, non ultima la necessità di evitare assembramenti per via del Covid, non abbiamo potuto invitare le associazioni di tutta Italia. Invece tantissimi volontari, semplicemente sapendo che il Tempio avrebbe riaperto, di loro spontanea volontà sono giunti fino a qui per vivere questo momento così atteso nel totale rispetto delle normative vigenti e assicurando il distanziamento per tutta la durata dell'evento. È stato bello vedere i presidenti Nazionali delle associazioni coinvolte, un gesto che ha reso questa cerimonia ancora più commovente. Questo luogo è un vero e proprio spaccato del mondo del volontariato: tante donne e uomini si rivedono nel Tempio e in esso trovano la caratterizzazione del proprio gesto etico e non remunerato».
Ora che è stato riaperto, l’impegno dell’Ovd per il Tempio prosegue: «Oltre a restaurare l’antico crocifisso presente all’interno – conclude Foffano – vogliamo inserire questo luogo in una serie di circuiti volti a promuovere la cultura del dono e la storia non solo di questo territorio, ma di tutto il Paese e dei volontari italiani. Il Tempio, infatti, era stato ristrutturato grazie a una raccolta fondi che aveva coinvolto le associazioni Avis, Fidas, Fratres e Aido e lo scorso anno era stato inserito dal FAI tra “I luoghi del cuore” da salvare. Questa struttura rappresenta la donazione anonima e gratuita ed è un messaggio che va tenuto vivo sempre».