In radio il piacere di donare
Radio Anch’io, la popolare trasmissione di Radio Uno condotta da Stefano Mensurati, ha dedicato la puntata del 3 maggio alle donazioni del sangue, del cordone ombelicale e del midollo osseo, “ gesti d'amore – come si legge sul sito della trasmissione - ma anche di profondo senso civico che fortunatamente tendono a diffondersi ma che ancora si scontrano con paure e reticenze, frutto più che altro di cattiva informazione, e con la scarsa sensibilità delle stesse strutture sanitarie”.
Di seguito potete leggere la trascrizione dell’intervento del presidente dell’Avis Nazionale, Andrea Tieghi.Al sito http://www.radio.rai.it/radio1/radioanchio/ è possibile ascoltare la registrazione dell’intera puntata.
Conduttore: Con Andrea Tieghi, presidente dell’Avis Nazionale, parliamo di donazione del sangue. Per quanto ci siano problemi diffusi e non ci sia ancora una consapevolezza generale della donazione, sono stati fatti enormi passi in avanti in questi anni. Anche se in alcune regioni c’è ancora un deficit di sangue, il numero dei donatori è aumentato. E’ vero che la cultura della donazione si è molto diffusa? Presidente: E’esattamente così. Abbiamo questa situazione nel nostro Paese: circa 1.500.000 donatori periodici, che hanno donato nel 2004 poco più di 2.300.000 unità. Una buona notizia è che finalmente nel 2005 non abbiamo importato per il periodo estivo sangue per la regione Sardegna, che è insieme alla regione Lazio – o per meglio dire, alla città di Roma – una delle situazioni critiche del Paese. Bisogna tenere conto che la situazione non è stabile per tutto il periodo dell’anno. Abbiamo mesi di crisi e momenti di eccedenza. Bisogna governare tutto il sistema. Conduttore: Lei ha parlato di crisi in estate. Perchè ciò accade? Perchè c’è più bisogno di sangue d’estate o perché ci sono meno donatori? Presidente: D’estate cala la donazione. Questo è il problema. Conduttore: Chi può donare il sangue? Quante volte all’anno e fino a che età? Presidente: La donazione può essere effettuata da tutte le persone sane, che abbiano dai 18 ai 65 anni e che pesino più di 50 kg. Per gli uomini possono essere effettuate 4 donazioni all’anno, mentre per le donne in età fertile non più di due donazioni. Conduttore: Tieghi, dopo aver ascoltato l’intervista a Nils Mkkelsen, presidente dei donatori della Danimarca e della Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori sangue), immagino che i problemi siano comuni: trovare nuovi donatori e soprattutto mantenerli, visto che molti si avvicinano alla donazione per aiutare un conoscente e poi diradano – o smettono del tutto - di donare. Presidente: E’esattamente così. Molti donatori periodici hanno iniziato in maniera occasionale, per aiutare un parente o un amico. Questo fenomeno è ancora molto diffuso in alcune regioni del Paese. Noi stiamo facendo uno sforzo, insieme alle altre associazioni di volontariato italiane, per trasformare questa spinta che avviene in momenti particolari in una tranquilla donazione periodica. Conduttore: E’interessante l’approccio delle associazioni danesi. Non grandi campagne, ma una specie di porta a porta, dove il donatore si incarica di portare qualche amico all’interno del gruppo. Presidente: Abbiamo verificato che è il mezzo che funziona meglio anche in Italia. Noi, come Avis, facciamo campagne anche a livello nazionale, ma è soprattutto il contatto personale del donatore, che porta un altro donatore, a dare i migliori risultati. Tenga presente che dobbiamo tenere sempre alto il livello d’attenzione dell’opinione pubblica, perché è vero che siamo quasi all’autosufficienza – in certi periodi dell’anno – per quanto riguarda il sangue, ma dobbiamo importare un terzo del nostro fabbisogno dei plasmaderivati, che si ricavano sempre dal sangue donato. Abbiamo ancora tanta strada da fare e abbiamo bisogno ancora di tanti donatori per essere tranquilli, soprattutto di giovani donatori.
Conduttore: Con Andrea Tieghi, presidente dell’Avis Nazionale, parliamo di donazione del sangue. Per quanto ci siano problemi diffusi e non ci sia ancora una consapevolezza generale della donazione, sono stati fatti enormi passi in avanti in questi anni. Anche se in alcune regioni c’è ancora un deficit di sangue, il numero dei donatori è aumentato. E’ vero che la cultura della donazione si è molto diffusa? Presidente: E’esattamente così. Abbiamo questa situazione nel nostro Paese: circa 1.500.000 donatori periodici, che hanno donato nel 2004 poco più di 2.300.000 unità. Una buona notizia è che finalmente nel 2005 non abbiamo importato per il periodo estivo sangue per la regione Sardegna, che è insieme alla regione Lazio – o per meglio dire, alla città di Roma – una delle situazioni critiche del Paese. Bisogna tenere conto che la situazione non è stabile per tutto il periodo dell’anno. Abbiamo mesi di crisi e momenti di eccedenza. Bisogna governare tutto il sistema. Conduttore: Lei ha parlato di crisi in estate. Perchè ciò accade? Perchè c’è più bisogno di sangue d’estate o perché ci sono meno donatori? Presidente: D’estate cala la donazione. Questo è il problema. Conduttore: Chi può donare il sangue? Quante volte all’anno e fino a che età? Presidente: La donazione può essere effettuata da tutte le persone sane, che abbiano dai 18 ai 65 anni e che pesino più di 50 kg. Per gli uomini possono essere effettuate 4 donazioni all’anno, mentre per le donne in età fertile non più di due donazioni. Conduttore: Tieghi, dopo aver ascoltato l’intervista a Nils Mkkelsen, presidente dei donatori della Danimarca e della Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori sangue), immagino che i problemi siano comuni: trovare nuovi donatori e soprattutto mantenerli, visto che molti si avvicinano alla donazione per aiutare un conoscente e poi diradano – o smettono del tutto - di donare. Presidente: E’esattamente così. Molti donatori periodici hanno iniziato in maniera occasionale, per aiutare un parente o un amico. Questo fenomeno è ancora molto diffuso in alcune regioni del Paese. Noi stiamo facendo uno sforzo, insieme alle altre associazioni di volontariato italiane, per trasformare questa spinta che avviene in momenti particolari in una tranquilla donazione periodica. Conduttore: E’interessante l’approccio delle associazioni danesi. Non grandi campagne, ma una specie di porta a porta, dove il donatore si incarica di portare qualche amico all’interno del gruppo. Presidente: Abbiamo verificato che è il mezzo che funziona meglio anche in Italia. Noi, come Avis, facciamo campagne anche a livello nazionale, ma è soprattutto il contatto personale del donatore, che porta un altro donatore, a dare i migliori risultati. Tenga presente che dobbiamo tenere sempre alto il livello d’attenzione dell’opinione pubblica, perché è vero che siamo quasi all’autosufficienza – in certi periodi dell’anno – per quanto riguarda il sangue, ma dobbiamo importare un terzo del nostro fabbisogno dei plasmaderivati, che si ricavano sempre dal sangue donato. Abbiamo ancora tanta strada da fare e abbiamo bisogno ancora di tanti donatori per essere tranquilli, soprattutto di giovani donatori.