La variante Omicron colpisce il sistema sangue, l'appello di CNS e CIVIS
Sono diverse le carenze che si stanno registrando nelle regioni italiane: «Prenotare e programmare una donazione servirà a garantire la continuità delle attività sanitarie»
Carenze diffuse in diverse regioni d'Italia. È ciò che, da qualche giorno, si sta registrando in alcune aree del Paese a causa della nuova ondata di contagi generati dalla variante Omicron. Sono già cinque, infatti, le Strutture Regionali di Coordinamento (SRC) che hanno fatto appello al sistema di compensazione interregionale: Toscana, Lombardia, Veneto, Abruzzo e Lazio. Tuttavia, segnali di preoccupazione arrivano anche dal resto del territorio nazionale.
Al momento sono 1.240 le sacche di sangue richieste tramite la bacheca di SISTRA, il Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali, ma è probabile che i numeri possano peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane causando il rinvio di interventi di chirurgia elettiva in vari ospedali d’Italia per preservare le scorte di emocomponenti.
La situazione è in costante monitoraggio da parte del Centro Nazionale Sangue, delle SRC e del CIVIS, il coordinamento delle principali associazioni di donatori di sangue in Italia (AVIS, Croce Rossa, FIDAS e FRATRES): l’appello è, per chiunque sia in buona salute, di contattare il proprio centro di raccolta più vicino per prenotare una donazione.
Non è una cosa insolita che nei primi mesi dell’anno, in coincidenza del picco di diffusione dell’influenza, si registrino carenze di sangue. Ma in queste prime settimane la situazione è aggravata ancora di più dalla variante Omicron che costringe donatori e, in alcuni casi, personale addetto alla raccolta, a rispettare i periodi di quarantena, o per aver contratto il virus o per aver avuto contatti con persone positive.
«La nuova ondata pandemica sta vivendo in questi giorni il suo picco e bisogna stare in guardia – commenta il direttore del CNS, Vincenzo De Angelis - Ricordiamo però che, già dal primo lockdown, sono attive una serie di procedure che hanno lo scopo di garantire la sicurezza di tutti gli attori coinvolti, donatori di sangue in primis, ma anche del personale medico e infermieristico che lavora nei servizi trasfusionali e nelle unità di raccolta associative. Donare il sangue è sicuro e in questi giorni è più utile che mai».
«Essere donatori significa farsi portavoce di uno stile di vita sano e corretto - commenta Gianpietro Briola, coordinatore pro-tempore del CIVIS e presidente di AVIS Nazionale - Perciò è più che mai importante proteggersi e rispettare le semplici norme di igiene e distanziamento che tutti noi abbiamo imparato a conoscere. Il bisogno di emocomponenti non cessa mai e per questo invitiamo i nostri donatori a compiere il proprio gesto con sollecitudine e chiunque non lo avesse ancora fatto a diventare donatore di sangue o plasma. Agire, come già siamo organizzati, attraverso la programmazione e la prenotazione della donazione, significa garantire la continuità delle attività sanitarie e permettere accessi contingentati nelle unità di raccolta per la sicurezza di tutti».