Parlano di Noi/1
Soddisfazione di Avis per il Protocollo dei donatori di sangue
Roma, 14 apr (Velino) - Un decreto del ministero della Salute, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, disciplina i protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti. Il documento riconosce l’importanza delle Associazioni e delle Federazioni dei donatori volontari di sangue chiamate a collaborare con le strutture trasfusionali per porre a disposizione di tutti i donatori materiale informativo sulle caratteristiche essenziali del sangue, degli emocomponenti, dei prodotti emoderivati e sui notevoli benefici che i pazienti possono ricavare dalla donazione. “Attendevamo da tempo la pubblicazione di questo decreto – dice al Velino Andrea Tieghi, presidente nazionale dell’Avis – che riconosce il valore delle associazioni impegnate in questo campo e ridefinisce i criteri di selezione del donatore”. Presso ogni struttura trasfusionale e di raccolta, verificata la volontà del candidato donatore di effettuare la donazione di sangue o di emocomponenti, deve essere attuato un sistema di selezione che ne garantisca l’idoneità. La procedura di si articola in diverse fasi: l’accertamento dell’identità del candidato donatore e la compilazione del questionario; la valutazione delle condizioni generali di salute del donatore; l’accertamento dei requisiti fisici per l’accettazione; la definizione del giudizio di idoneità alla donazione; l’acquisizione del consenso informato alla donazione e al trattamento dei dati personali. In ogni struttura trasfusionale, inoltre, deve essere predisposto un sistema di registrazione e di archiviazione dati che consenta di ricostruire il percorso di ogni unità di sangue o emocomponenti, dal momento del prelievo fino alla sua destinazione finale. La donazione di sangue in Italia ha fatto registrare notevoli passi in avanti anche se permangono casi di non autosufficienza delle scorte di alcune regioni. “Lo stato dell’arte delle donazioni a livello regionale - conclude Tieghi - fa registrare una situazione normalizzatasi dopo il brusco stop di febbraio scorso, dovuto all’influenza che ha duramente colpito anche l'Italia. Complessivamente, l’autosufficienza delle riserve di emoderivati si ha in regioni come Piemonte (177.089 donazioni nel 2003), Veneto (182.807 donazioni), Lombardia (434.204 donazioni), Emilia Romagna (257.286 donazioni), Toscana (89.232 donazioni), Puglia (52.990 donazioni) e Sicilia (79.177 donazioni). Più critica la situazione della Sardegna, non tanto per la carenza di donatori ma quanto per la forte richiesta dato l’alto tasso di talassemici. Particolare è, poi, la condizione del Lazio dove la capitale assorbe molte richieste essendo le sue strutture un punto di riferimento anche per il Sud del paese”. Il decreto che disciplina le donazioni di sangue regolamenta anche gli obblighi del personale sanitario delle strutture trasfusionali che sono tenute a: garantire che il colloquio con il candidato donatore sia effettuato nel rispetto della privacy; adottare tutte le misure volte a garantire la riservatezza delle informazioni riguardanti la salute fornite dal candidato donatore e dei risultati dei test eseguiti sulle donazioni, nonché nelle procedure relative ad indagini retrospettive, qualora si rendessero necessarie; garantire al donatore la possibilità di richiedere al personale medico della struttura trasfusionale o di raccolta di non utilizzare la propria donazione, tramite una procedura riservata di autoesclusione; comunicare al donatore qualsiasi significativa alterazione clinica riscontrata durante la valutazione predonazione e/o negli esami di controllo. Negli allegati al decreto, infine, è contenuto un glossario contenente la distinzione tra donatore occasionale e donatore periodico (persona che dona sangue o emocomponenti almeno una volta nell'arco di due anni. (lin) 12:29 Lorenzo Inzerillo