Pillole di AVIS, dalla rassegna stampa del 1° giugno
Lodi, nessuno spreco di sangue
A Lodi il sangue dei donatori non si butta. A precisarlo sono il
responsabile del servizio trasfusionale di Lodi Giuseppe Cambiè e il
presidente dell'Avis provinciale Casimiro Camiti. «Nei giorni scorsi
spiegano Cambiè e Carniti, erano apparse delle notizie di stampa nelle
quali si diceva che "a Lodi il sangue si butta". Questo non rispecchia
la situazione attuale e l'impegno della struttura sanitaria e del
volontariato a costruire un sistema trasfusionale eccellente e ad
assicurare il migliore servizio possibile alla popolazione e ai
donatori. Non esiste un allarme sull'utilizzo del sangue donato. I
fatti parlano da soli». Secondo il responsabile del trasfusionale e il
presidente dell'Avis, «il sistema trasfusionale lodigiano risponde
positivamente dal 2006 all'obiettivo nazionale e regionale di
autosufficienza (vista la reale carenza non solo di plasma, ma anche di
sangue, ancora confermata all'inizio di quest'anno) incrementando il
numero di donatori e di donazioni; ha aderito al piano regionale di
compensazione impegnandosi a fornire 2mila unità di globuli rossi
concentrati all'anno ad alcuni grandi ospedali di Milano che sono
carenti di questa importante risorsa; ha garantito poi alla nostra
regione un crescente volume di plasma (più che raddoppiato dal 2006 ad
oggi) per la produzione industriale di Albumina e altri plasmaderivati;
dopo la centralizzazione aziendale della lavorazione e conservazione
del sangue al trasfusionale di Lodi (1996), ha assicurato un salto di
qualità nell'utilizzo delle unità donate, evitando gli sprechi che si
erano verificati nel passato. Il donatore è figura centrale del nostro
sistema trasfusionale ed è nostro dovere garantire il massimo rispetto
per la sua salute, per la sicurezza del paziente che riceverà il suo
sangue e per la destinazione della sua donazione».
Da "Il cittadino" dell' 1-6-2010
Terni, in prima linea per l'operaio
ferito
Tutti mobilitati per Leonardo. Il giovane operaio ferito in un
incidente avvenuto all'interno della ex Terninoss potrebbe avere
bisogno di sangue.
Il gruppo è zero negativo, uno dei più difficili da reperire. Ma la
macchina della solidarietà scattata ieri mattina è stata efficace. E
già stamattina, nell'ospedale della capitale dove Leonardo è
ricoverato, arrivano i primi donatori di sangue.
Per Leonardo Ippoliti, 29 anni, di Porchiano del Monte, c'è una vera e
propria gara di solidarietà. Che vede in prima linea i colleghi
dell'acciaieria e i volontari dell'Avis.
Leonardo, in seguito all'infortunio durante il turno di staffetta notte
in acciaieria, ha riportato lesioni gravissime alla gamba destra,
inghiotti ta, per cause da accertare, da un macchina.
All'ospedale di Terni Leonardo è stato sottoposto ad un lungo e
delicato intervento svolto dall'equipe di Fiore Ferilli, responsabile
del reparto di chirurgia vascolare.
Per tentare di salvare l'uso della gamba, nella serata di venerdì
l'operaio dell'Ast è stato trasferito al policlinico Umberto I di Roma
per essere sottoposto al trattamento nella camera iperbarica. Le sue
precarie condizioni però hanno fatto slittare a ieri questo
trattamento. E domenica è stato necessario un secondo intervento
chirurgico.
E' a questo punto che si è messa in moto la macchina della solidarietà.
Con l'obiettivo di reperire scorte di sangue per ogni necessità. Anche
perché il gruppo sanguigno di Leonardo non è dei più comuni. I delegati
sindacali, d'accordo con il servizio sicurezza dell'azienda, hanno
organizzato anche un pulmino col quale i colleghi di Leonardo possono
andare al policlinico per donare il sangue.
In prima linea anche l'Avis di Terni. «Abbiamo subito inviato i dati
alla nostra sede di Roma-spiega il presidente, Alberto Belli- e siamo
certi che già questa mattina qualche volontario sarà al policlinico per
donare il sangue zero negativo. Per noi -aggiunge- questa è una prassi.
Le nostre sedi si attivano sempre dove c'è bisogno».
Intanto a Porchiano, piccolo centro dell'amerino dove tutti si
conoscono, gli abitanti si sono organizzati per assicurare la presenza
quotidiana al policlinico. Un modo concreto di testimoniare affetto e
vicinanza a Leonardo e alla sua famiglia.
Da "Il Messaggero – Umbria", 1-6-2010