Qualità del plasma, sfida per l'Italia e l'Europa

Una due giorni intensa per 130 a Treviso con Avis nazionale e Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori sangue) presieduta quest'ultima dall'italiano Gianfranco Massaro). Venerdì 21 a Mogliano, presso Villa Braida, erano presenti numerosi primari dei Centri trasfusionali del Veneto per la prima parte, quella più "internazionale", del momento di riflessione e aggiornamento sul percorso di sicurezza e autosufficienza del sistema trasfusionale italiano. Il panorama europeo e mondiale è stato esposto dalla dott.ssa Karin Magnussen responsabile del comitato medico della Fiods. L'assetto del percorso di qualità del sangue italiano è stato invece descritto puntualmente dal dott. Giuseppe Aprili, past president della Simti (la società scientifica dei trasfusionisti), che è intervenuto sostituendo l'attuale presidente Claudio Velati, purtroppo indisposto per l'appuntamento trevigiano. Il confronto a livello europeo, per quanto riguarda la sicurezza di plasma ed emoderivati, è nonostante tutto particolarmente interessante per quanto riguarda l'Italia. Grazie alle sinergie fra volontari e professionisti, infatti, oltre alla quasi completa autosufficienza di sangue e plasma, è possibile assicurare un elevato standard di sicurezza e qualità. Un coacervo di "buone pratiche" che è stato rivendicato con un certo orgoglio dal dottor Aprili. Si tratta comunque di uno standard che andrà certificato, per ognuno dei Centri trasfusionali e di raccolta italiani, entro il 2014 a livello UE per poter rientrare nel Plasma Master File, essenziale per la libera circolazione degli emoderivati italiani fuori dal Paese. Nel panorama italiano, su questo percorso di accreditamento e certificazione dei servizi trasfusionali, è in pole position il Veneto insieme al Friuli. È quanto ha riferito nella sua sua puntuale e articolata relazione di sabato mattina – nel convegno ECM svoltosi presso la sede della Provincia a Treviso – il responsabile del Centro regionale sangue del Veneto, il dottor Antonio Breda. Tutti i chiaroscuri del Sistema trasfusionale del Paese sono stati poi riferiti dal presidente nazionale Avis, Vincenzo Saturni. Il presidente nazionale ha sottolineato come sia urgente per tutte le regioni, ancora indietro nel processo di accreditamento dei Centri e certificazione di qualità del plasma, recuperare sulle realtà regionali più avanzate per entrare in Europa in modo unitario. Il rischio concreto, per chi non sarà in regola con le norme PMF, è quello di ritrovarsi con il plasma inutilizzabile perché non idoneo alla trasformazione in emoderivati. Gli onori di casa, nella sede della Provincia, sono stati fatti dall'assessore Paolo Speranzon, da sempre vicino all'Avis, che ha seguito tutti i lavori del convegno. Moderatori il presidente dell'Avis Provinciale, Gino Foffano, e quello regionale Alberto Argentoni. Particolarmente soddisfatti Foffano e Argentoni: "la scelta di Avis nazionale e di Fiods di svolgere questo importante corso di approfondimento e la riunione del comitato medico mondiale Fiods a Treviso e in Veneto ci riempie di soddisfazione. Questo soprattutto perché i dati confermano come, grazie ai nostri volontari ed ai dirigenti Avis che sono ogni giorno impegnati sul territorio, la situazione di qualità e quantità di sangue ed emoderivati è garantita per ogni singolo ammalato. Il tutto nonostante le non poche difficoltà che come associazione all'interno del Sistema sanitario ci ritroviamo ad affrontare ogni giorno". Al convegno sono giunti operatori sanitari e dirigenti associativi impegnati nei centri trasfusionali e dirigenti avisini da ogni parte del nord Italia. Il corso ECM è stato organizzato in collaborazione con l'Avis regionale Lombardia. La sintesi del Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo Saturni:Il commento del Presidente FIODS, Gianfranco Massaro: