Raccolta fondi per le Avis colpite dal terremoto in Emilia Romagna e Lombardia
Sono 21 in tutto -14 nel modenese, 6 nel ferrarese e una nel mantovano
- le sedi Avis che, a diversi livelli di gravità, hanno subito lesioni
a seguito delle scosse di terremoto dello scorso maggio.
Oltre 190.000 euro sono stati raccolti fino ad oggi con il conto
corrente voluto da Avis Emilia-Romagna e Avis Lombardia per far fronte
all'emergenza. Questo è il quadro emerso dal primo incontro tra le
presidenze regionali di Emilia-Romagna e Lombardia e i presidenti
provinciali e comunali delle Avis a cui verranno destinati i fondi
raccolti con l'intento di rendere operative le sedi lesionate il prima
possibile.
All'incontro, che si è tenuto lo scorso 26 luglio, i presidenti delle
Avis coinvolte hanno già presentato progetti, preventivi e proposte di
soluzione: un segnale di efficienza e di voglia di ricominciare con le
attività associative e i prelievi non appena possibile.
Ad un primo esame delle spese (alcune delle quali già affrontate) i
fondi raccolti basteranno per il ripristino delle sedi di Ferrara,
Bondeno, Mirabello, Ravalle e Cento nel ferrarese, e le sedi di
Mirandola, San Possidonio, Cavezzo, San Felice sul Panaro, Massa
Finalese, Finale Emilia, Camposanto, e Soliera nel modenese.
Restano critiche le condizioni delle Avis di Poggio Renatico, Medolla e
Novi, le cui sedi sono totalmente inagibili: nel caso di Poggio
Renatico nel ferrarese la sede sarà difficilmente ripristinabile e
negli altri due casi i tempi di ricostruzione saranno lunghi. Per
queste tre sedi l'idea del costituente comitato è quella di acquistare
dei container o casette prefabbricate che rispettino tutti i requisiti
e gli standard di sicurezza e comfort. Una soluzione che permetterebbe
la ripresa delle attività ma che non potrà essere definitiva. Per tutti
questi interventi, i fondi sino ad oggi raccolti grazie alla
straordinaria solidarietà di privati cittadini, Avis di ogni parte
d'Italia e molte piccole associazioni e aziende dovrebbero coprire
tutte spese.
Anche per la sede mantovana di Moglia è previsto un contributo, e la
verifica delle lesioni è attualmente in corso.
Un'ottima notizia e un buon punto di partenza che fa ben sperare. Per
le sedi di Carpi, San Prospero, Rovereto e Concordia, tutte e 4
inagibili, la soluzione al momento è quella di accorpare nelle Avis
vicine le attività di raccolta in attesa che, assieme ai Comuni e
attraverso sinergie con altre associazioni del territorio, si
individuino sedi alternative.
Per queste sedi e per il destino post-container di Poggio Renatico,
Medolla e Novi sarà quindi importante fare di nuovo appello alla
generosità di tutti. Il prossimo passo del comitato, nel corso di
questo mese, sarà formalizzare le richieste di contributo da parte
delle varie sedi secondo criteri trasparenti e principi irrinunciabili.
Primo fra tutti quello di verificare che ogni azienda coinvolta a
qualunque livello nella ricostruzione delle sedi Avis - che sia posa in
opera o fornitura dei materiali - sia priva di problemi di sicurezza
sul lavoro e risulti libera da infiltrazioni mafiose. Una precauzione
doverosa, sebbene i costi della ricostruzione siano spesso contenuti
grazie al fatto che molti soci Avis e volontari già da settimane stanno
mettendo a disposizione la propria professionalità lavorando in prima
persona alla ristrutturazione, o fornendo i materiali necessari a
prezzi di costo. Una nuova riunione del comitato è prevista entro la
fine del mese di agosto, quando le sedi saranno quasi tutte operative:
"Spendere bene e il prima possibile i fondi raccolti è un dovere morale
anche nei confronti di tutti coloro che hanno voluto aiutarci. È un
modo per dire loro che il contributo prezioso che hanno voluto offrire
alle Avis in sofferenza non è stato sprecato e la fiducia in noi è ben
riposta." Questo il commento di Andrea Tieghi, Presidente di Avis
Emilia-Romagna al termine dell'incontro. Tieghi ha poi proseguito: "Nel
prossimo incontro cercheremo di dare risposta alle numerose richieste
di gemellaggio e di adozione delle sedi in difficoltà che ci sono
pervenute da molte Avis italiane. Bisogna capire che chi aiuta una sede
Avis di fatto aiuta l'intero territorio: se troviamo le risorse per
rimetterci in piedi da soli i fondi dei Comuni che servirebbero a
questo scopo rimangono a disposizione per fare altre cose per la
comunità." Il comitato ha infine deciso che, qualora avanzassero
risorse al termine delle varie ristrutturazioni, questi fondi verranno
devoluti per opere di carattere sociale particolarmente interessanti
nei territori in cui le Avis operano.