Spending review: il commento del Presidente di AVIS Nazionale
Riportiamo il commento del Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo
Saturni, in riferimento al D.L. 95/2012 sulla "spending review":
Nei giorni scorsi il
Governo ha ottenuto la fiducia al provvedimento volto a razionalizzare
molte attività a “gestione pubblica” e contenerne i costi. Azione
questa assolutamente condivisibile in tema di controllo di spese non
più sostenibili per il nostro Paese.
Peraltro, nelle norme in discussione erano presenti provvedimenti che,
se applicati, minerebbero l'operato del volontariato, di cui AVIS è uno
dei protagonisti, in particolare in termini di partecipazione.
Tutto questo è in contrasto con l'evoluzione positiva di uno Stato
moderno che punta alla massima coesione sociale in base anche al
principio di sussidiarietà (tema puntualmente ed efficacemente
sottolineato dal Ministro Balduzzi in occasione della conferenza stampa
per la Giornata Mondiale del Donatore dello scorso 13 giugno).
Infatti, il volontariato è in grado di leggere i problemi e le esigenze
della società, provando a dare soluzioni umane a problemi umani,
favorendo la partecipazione dei cittadini come impegno civico. Accanto
all'erogazione di servizi complementari o sostitutivi dell'offerta
pubblica, le organizzazioni di volontariato hanno sviluppato la
capacità di anticipare i bisogni sociali e di fornire risposte di tipo
innovativo.
Il volontariato non si limita alla denuncia ed al rilievo dei bisogni,
ma propone idee e progetti, individua e sperimenta soluzioni e servizi,
concorre a programmare le politiche sociali, produce legami, beni
relazionali, rapporti fiduciari e cooperazione tra soggetti e
organizzazioni, concorrendo ad accrescere e valorizzare il capitale
sociale del contesto in cui opera. Questo perché il volontariato è
scuola di solidarietà, in quanto concorre alla formazione dell'uomo
solidale e di cittadini responsabili. In tale senso, è stimolo alla
partecipazione e alla pratica di cittadinanza solidale in quanto si
impegna per rimuovere le cause delle disuguaglianze economiche,
culturali, sociali, religiose e politiche e concorre all'allargamento,
tutela e fruizione dei beni comuni.
Nello specifico, in sanità il volontariato è stato considerato una
risorsa a partire dalla L. 833/1978; principio ripreso e ribadito con
il D. L. vo 502/92 che prevede forme di partecipazione delle
organizzazioni dei cittadini nella programmazione, controllo e
valutazione dei servizi sanitari a livello regionale, aziendale e
distrettuale e dal D. Lvo n. 229/99 che prevede il coinvolgimento dei
cittadini e delle associazioni di utenti nei processi di valutazione.
In ambito sociale la L. 328/2000 destinata a promuovere un “sistema
integrato di servizi e interventi sociali” basato sulla
corresponsabilizzazione di tutte le forze del Terzo Settore in tutti i
momenti decisionali, soprattutto locali, inerenti le politiche sociali,
ne ha cambiato l'approccio operativo.
Questi riconoscimenti normativi derivano dal fatto che il volontariato
è considerato artefice e sollecitatore di democrazia partecipativa, che
non si traduce solo in alternatività agli Enti istituzionali, ma in
interlocuzione e cooperazione con gli stessi.
Infatti, il volontariato è un soggetto:
a) che interviene direttamente e autonomamente sui bisogni e i problemi
della comunità;
b) attivatore della partecipazione dei cittadini e pertanto un fenomeno
costitutivo del capitale sociale, rappresentando un ponte tra cittadini
e istituzioni, promuovendo la solidarietà, la partecipazione
responsabile, l'empowerment delle persone, permettendo così alla
società di stare assieme e di affrontare i suoi problemi.
c) che rappresenta la cultura dell'interesse generale e ne rende
possibile il perseguimento.
La motivazione ad operare non deriva tanto da un generico altruismo nei
confronti degli altri, quanto dal riconoscere elementi di interesse
comune per cui vale la pena costruire relazioni, preservare e
arricchire “beni comuni”.
In questo senso il volontariato è stimolo alla partecipazione ed alla
cittadinanza solidale indirizzata tra l'altro a migliorare la qualità
della vita dei cittadini, grazie anche all'ampia partecipazione diretta
e attiva, basata sul principio di responsabilità, svolgendo un ruolo
attivo nella programmazione, concertazione e co-progettazione, ma anche
nella valutazione delle politiche sociali del territorio.
Infine, analizzando gli aspetti più strettamente economici, lo studio
curato dal CNEL sulla valorizzazione economica del volontariato,
utilizzando il metodo Viva (Volunteer Investment and Value Audit) che
mette in relazione gli input finalizzati a sostenerne le attività
(reclutamento, gestione, formazione, rimborsi spese, assicurazione,
ecc) con gli output (valore economico del tempo offerto dai volontari),
ha evidenziato che lo specifico indicatore è pari a 11.8; per cui, in
media, ogni euro rimborsato ai volontari corrisponde a un ritorno
economico di circa 12 euro.
Fortunatamente, come si legge nel comunicato del Forum del Terzo
Settore, sono state accolte le sollecitazioni del mondo del
volontariato, pur permanendo ancora alcune situazioni da monitorare.
Anche AVIS sarà attenta in questa opera di monitoraggio a salvaguardia
di un sistema propositivo di partecipazione del mondo del volontariato
alle decisioni sulle politiche sociali.