Sport, scuola di vita

Nell’incantevole scenario di Sportilia, tra i boschi dell’appennino tosco-romagnolo, si sono inaugurate questo pomeriggio le Avisiadi. Ad aprire l’evento un convegno dal titolo “Sport condicio: il giusto equilibrio tra sport, alimentazione e donazione”, con la presenza di ospiti d’eccezione: Marino Bartoletti, giornalista sportivo, Stefano Mei, campione europeo di atletica nei 10.000 mt, Simona Galassi, campionessa mondiale di pugilato, e Giulia Franzoso, medico sportivo. Davanti a 150 avisini, provenienti da quasi tutte le regioni e province italiane, i relatori hanno instaurato un dialogo tutt’altro che formale, felici per trovarsi di fronte una platea particolarmente sensibile a temi sociali. Attraverso storie e aneddoti, frutto della loro esperienza professionale, gli ospiti hanno risposto con simpatia e puntualità alle domande dei giovani. E’stata un’occasione per riflettere sul valore autentico dello sport, disciplina troppo spesso ostaggio di scandali (doping, illeciti) e snaturata dalla sua fondamentale componente educativa. La Franzoso ha ricordato che il suo compito di medico è quello di far star bene le persone il più a lungo possibile: “L’attività fisica deve essere prescritta come un farmaco, ma a differenza di quest’ultimo non ha effetti collaterali. Lo sport fa sempre bene, a patto che lo si pratichi nelle giuste dosi e nel rispetto del proprio corpo”. Anche l’intervento di Stefano Mei è stato incentrato sulla positività dello sport e sulla necessità di praticarlo per passione, senza ricorrere a sostanze dopanti: “ Ho vinto un campionato d’Europa e so di averlo vinto solo con le mie forze. Tutto ciò mi dà una grandissima soddisfazione”. Mei si è soffermato sui tanti episodi in cui atleti e medici, pur di vincere, hanno fatto un cattivo uso del sangue, ricorrendo a indebite trasfusioni. Anche la Galassi ha ribadito l’inutilità del doping e la bellezza del fare sport per piacere. Tantissimi gli spunti offerti da Bartoletti, volto noto del giornalismo sportivo e ideatore della trasmissione “Quelli che il calcio”. “Lo sport – ha spiegato – è qualcosa che impariamo sin da piccoli. Lo sport è cultura, accettazione delle regole, integrazione. Ogni bambino deve essere educato a questo. Ritengo inoltre importante che non si parli più di educazione fisica, ma di educazione sportiva”. Come la Franzoso, Bartoletti si è augurato che non si imponga ai bambini di diventare campioni, ma che gli si mostri lo sport come una scuola di vita. Alla fine, dalla sala – oltre a numerose domande – sono scrosciati gli applausi. Applausi di chi crede nei valori del volontariato e di uno sport vissuto con lealtà e passione.