Svolta nel campo dell'ematologia
Sfruttando chimica e biotecnologie, un'équipe di ricercatori ha scoperto una tecnica per trasformare il sangue di gruppo A, B e AB in sangue di gruppo O: quello del donatore universale.
L'innovazione è riferita oggi da Nature Biotechnology.
I globuli rossi di tipo A e B hanno sulla loro superficie gli antigeni caratteristici del gruppo sanguigno. I ricercatori, guidati da Henrik Clausen dell'università di Copenaghen, hanno individuato un enzima capace di staccare l'antigene dalla superficie del globulo rosso, rendendo le cellule del sangue identiche a quelle del gruppo 0 e quindi compatibili con ciascun ricevente. Gli editorialisti di Nature Biotecnology affermano che, mantenendo una sacca di sangue da 200 millilitri per un'ora a contatto con questo enzima, i globuli A, B e AB non presentano più nessun antigene. L’assenza dell’antigene che identifica il particolare gruppo sanguigno fa sì che il sistema immunitario non riconosca la possibile estraneità del sangue trasfuso: in questo modo è impossibile che scatti una reazione immunitaria che, in taluni casi, può risultare fatale.
Afferma Paolo Marcianò, componente dell’esecutivo nazionale di Avis e responsabile delle politiche sanitarie:
«La scoperta dei gruppi di sanguigni nel 1901 ha aperto la storia della medicina trasfusionale: trasfondere sangue da un uomo all’altro divenne più facile grazie al superamento dell’incompatibilità. La scoperta della possibilità, ancora tutta da verificare trattandosi di una fase estremamente sperimentale, di staccare gli antigeni dalla superficie delle cellule del sangue, renderebbe il sangue da trasfondere sempre compatibile poichè apparterrebbe tutto al gruppo 0 universale. Purtroppo però, si tratta di un primo esperimento: non è stato praticato su grandi numeri e non si sa che fine fanno gli antigeni una volta rimossi dalla superficie dei globuli rossi. Questa scoperta riapre, comunque, una speranza soprattutto per quanto riguarda le urgenze ed i piccoli ospedali. Il volontariato del sangue è felice di conoscere sempre nuove scoperte nel campo ematologico che conferiscano alla trasfusione la massima sicurezza».