Tariffe postali, verso il 50% di sconto

Con un emendamento presentato dall'onorevole Marco Pugliese (Pdl) e Luigi Bobba (Pd) al ‘dl incentivi' attualmente in discussione alla Camera dei Deputati si è finalmente aperta una strada che mira alla salvaguardia dei giornali e periodici editi da associazioni prive di fine di lucro e non profit in merito alla eliminazione delle tariffe postali agevolate varate dal governo lo scorso 31 marzo. Grazie a un input arrivato direttamente dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio, e dunque direttamente dal sottosegretario che ne ricopre la delega, Paolo Bonaiuti, il governo sembra aprirsi a una soluzione positiva, in merito all'eliminazione delle tariffe postali agevolate per il mondo del non profit. Forte e assiduo è stato l'interessamento e il lavoro di pressione sul governo esercitato da molti parlamentari della maggioranza (Gabriele Toccafondi in testa) e dell'opposizione (Gigi Bobba), che hanno ottenuto, in attesa di un riordino complessivo del settore, almeno la salvaguardia di questo settore vitale e importante dalla mannaia dei costi di abbonamento delle tariffe postali. L'emendamento però, allo stato riguarda solo le associazioni definite "senza fini di lucro". Il testo prevede un'agevolazione massima del 50% della tariffa ordinaria applicata da poste (che è di 0,28 euro per singolo invio sino a 200 grammi, quindi l'agevolazione sarebbe pari a 0,14 euro) oltre naturalmente a dover rispettare il limite massimo di spesa indicato (30 milioni di euro). L'emendamento Pugliese-Bobba è il numero 2.sexies del comma 2 del decreto incentivi (dl 3350, di conversione del decreto legge 40/2010 su incentivi, frodi fiscali e riscossione, attualmente all'esame delle commissioni VI (Finanze) e X (Attività produttive) è stato approvato stamane dalle due commissioni ma deve ancora passare l'esame di merito di altre commissioni competenti, a partire da quella (cruciale) del Bilancio e altre, come le Comunicazioni. Superato l'esame delle commissioni, passerà al vaglio dell'aula, andrà al Senato e, ove venissero apportate altre modifiche, tornerà alla Camera. Un iter ancora lungo, quindi, ma un primo e positivo segnale, per tutti noi. da www.vita.it