Sono passati oltre tre mesi. Era la sera di martedì 1° settembre quando a Nord di Bengasi, in Libia, 18 pescatori di Mazara del Vallo vennero sequestrati dalle autorità militari del generale Khalifa Haftar. Pesca in acque territoriali libiche è stata una delle accuse mosse per giustificare quello che, a tutti gli effetti, continua ad apparire come un atto di forza. Uomini siciliani, ma anche di altre nazionalità che ormai da anni vivono nella località famosa per la pesca dei gamberi rossi: ecco chi è ancora nelle mani del “signore della guerra”.
Il presidente di Avis Regionale Sicilia, Salvatore Mandarà
Avis Regionale Sicilia, attraverso il suo presidente, Salvatore Mandarà, ha voluto lanciare un appello alle istituzioni e all’opinione pubblica in generale per chiedere che «venga fatta luce sulle accuse incomprensibili a carico dei nostri conterranei che, probabilmente, Haftar vuole usare come merce di scambio con il nostro Paese. Spero – ha dichiarato – che questa vicenda non risulti meno importante rispetto ad altre che hanno visto unirsi più volte le forze politiche sotto un’unica bandiera. I pescatori di Mazara del Vallo non sono figli di un’Italia minore e meritano la stessa attenzione. Abbiamo festeggiato la liberazione, in passato, di diversi italiani rapiti all’estero: adesso tocca a loro».
Rabbia e incredulità di fronte a questo caso viene manifestata dall’intero mondo del volontariato e da tutta la grande famiglia della nostra associazione: «Sono molto addolorato e piuttosto sbalordito di come non si riesca a far luce su un fatto del genere – commenta il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – Da troppo tempo non riusciamo ad avere notizie sul perché nostri connazionali debbano restare lontani dal proprio Paese, dalla propria casa e dai propri affetti. Lo spirito associativo che ci contraddistingue ci stringe in un unico coro per chiedere alle istituzioni di fornire risposte sul destino di questi uomini. AVIS non può rimanere inerme davanti a simili eventi. La nostra società è già provata da un anno particolarmente complicato e le famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo non meritano di vivere con questa angoscia inascoltata. Sarebbe per tutti noi uno straordinario regalo di Natale se 18 uomini potessero finalmente tornare a casa».