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Sangue cordonale, le donazioni crescono. In pochi, però, compiono questa scelta

Il report del Centro nazionale sangue evidenzia un incremento del 6,3% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i livelli pre-Covid sono ancora lontani

Aumentano i neo genitori che decidono di donare il sangue cordonale (SCO). È quanto emerge dal report 2022 sulle Banche del Sangue di cordone ombelicale in Italia emesso dal Centro nazionale sangue. In base al documento, le donazioni sono state quasi 7mila, il 6,3% in più rispetto al 2021, e anche in termini percentuali si registra un progresso.

 

Hanno interessato il 2,8% dei parti avvenuti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta, mentre l’anno precedente la percentuale si era fermata al 2,5. Confermata la crescita tendenziale rispetto al 2020, anno in cui, a causa della prima ondata della pandemia di Covid-19, si era registrato un record negativo, ma nonostante i segnali incoraggianti proprio il virus ha provocato conseguenze che perdurano ancora oggi. Tanto per capire, prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, il livello delle donazioni si attestava al 3,8% sul totale dei parti avvenuti nei centri autorizzati. A questo va aggiunto anche il trend sempre più basso delle nascite nel nostro Paese che, per il secondo anno di fila, si sono fermate sotto le 400mila.

 

Al momento le unità di sangue cordonale bancate nei nostri centri sono 47mila, di cui il 90% (42.336) conservate in vista di un utilizzo cosiddetto “allogenico non familiare”, ovvero per essere donato a fini solidaristici a chiunque dovesse averne bisogno. Come ha spiegato la dottoressa Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico-sanitaria del CNS, «vedere crescere il numero delle donazioni, nonostante gli strascichi della pandemia e un numero sempre più basso di nascite, è un segnale positivo. È bene però ricordare due cose: che siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid e che ancora molti neo genitori in Italia rinunciano alla possibilità di un gesto solidaristico che potrà in futuro salvare molte vite umane».

 

Le cellule staminali emopoietiche (CSE) presenti nel sangue del cordone ombelicale, come quelle presenti nel midollo osseo e nel sangue periferico, sono progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto rappresenta una consolidata terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche. La donazione del sangue cordonale è dunque un interesse primario per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua raccolta e conservazione è effettuata nelle banche del sangue, strutture pubbliche accreditate presso il SSN a ciò preposte.

 

La rete ITCBN 

La rete ITCBN (Italian Cord Blood Network) consiste in 18 Banche del Sangue, situate in ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane. Ad esse fanno riferimento 270 punti nascita attrezzati per la raccolta solidaristica del cordone ombelicale, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale. L’elenco completo delle strutture è consultabile a questo link.

 

La normativa consente: 

  • Raccolta di SCO donato per fini solidaristici;
  • Raccolta di SCO dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, che risulti curabile con il trapianto di CSE;
  • Raccolta di SCO dedicato a famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di impiego di cellule staminali del SCO;
  • Raccolta di SCO ad uso autologo‐dedicato nell’ambito di sperimentazioni cliniche, approvate secondo la normativa vigente, finalizzate a raccogliere le evidenze scientifiche di un possibile impiego del sangue cordonale nel caso di particolari patologie. 

 

La normativa vieta: 

  • La conservazione ad esclusivo uso autologo in assenza delle condizioni sopraindicate;
  • L’istituzione di banche private sul territorio nazionale;
  • Ogni forma di pubblicità connessa alle banche private.

 

È tuttavia consentita la raccolta del SCO a scopo personale e la sua esportazione in strutture private al di fuori del territorio italiano secondo le regole definite da uno specifico atto normativo.

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