NEWS

Sangue, nel 2019 autosufficienza raggiunta anche grazie ai donatori vaccinati. Ecco perché è importante proteggersi dall’influenza

Nessuna carenza di sangue nemmeno durante il periodo invernaleNessuna carenza di sangue nemmeno durante il periodo invernale

Nessuna carenza di sangue nemmeno durante il periodo invernale. Ecco perché proteggersi dall’influenza è strategico anche ai fini del mantenimento dell’autosufficienza nazionale. È quanto confermano i dati del Programma Nazionale di Autosufficienza pubblicati pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale, in base ai quali, nel 2019 è stato garantito il fabbisogno nazionale di sangue grazie soprattutto alla solidarietà tra regioni.

All’origine di questo risultato, l’inclusione dei donatori di sangue nell’elenco delle categorie per le quali il ministero della Salute si raccomanda di offrire attivamente e gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale. Un tema su cui è in linea la campagna lanciata lo scorso 25 settembre da AVIS Nazionale proprio per invitare i donatori a proteggersi dal virus influenzale: un modo non solo per evitare sintomi confondibili con quelli del Covid-19, ma anche per tutelare la salute delle persone che abbiamo intorno e poter continuare a donare sangue e plasma in totale sicurezza, così da garantire il fabbisogno quotidiano.

In base ai dati riportati dal Programma, “la riduzione infra-annuale dell’attività di raccolta è stata più contenuta e limitata al mese di agosto”. Oltre alle vaccinazioni, che hanno ridotto il calo che tradizionalmente coincide con il picco della stagione influenzale, lo scambio tra regioni è stato determinante. La compensazione di globuli rossi alle regioni carenti (79.114 unità) sono state prevalentemente garantite da Piemonte (26%), Lombardia(19%), Emilia-Romagna (12%), Friuli-Venezia Giulia (10%), Veneto (9%) e dalla provincia autonoma di Trento (8%). I territori che invece hanno ricevuto il sangue sono stati prevalentemente Lazio e Sardegna, che hanno totalizzato circa il 79% del valore totale della mobilità interregionale di emocomponenti labili.

Positivi anche i numeri sul plasma. Nel quadriennio 2016-2019, la quantità inviata al frazionamento industriale per la produzione di farmaci plasmaderivati è aumentata di 45.110 kg (+5,5%), passando da 813.060 (2016) a kg 858.170. Il predetto incremento, nel 2019, è riconducibile prevalentemente all’aumento del plasma raccolto mediante aferesi (+3,5% rispetto al 2018, pari a 7.852 chilogrammi) e di quello da separazione del sangue intero congelato entro 72 ore dal prelievo (+9,7% rispetto al 2018, pari a 2.489 chilogrammi). Si registra, inoltre, una intensificazione, rispetto all’anno precedente, degli scambi interregionali di MPD (e intermedi) prodotti in convenzione e eccedenti i fabbisogni regionali che, dal 2018, hanno consentito un minore ricorso all’acquisto di medicinali plasmaderivati e risparmi stimabili in circa 8,6 milioni di euro.

monitoraggio:list

Condividi:

Skip to content