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Scuola ed ecologia, così AVIS Nazionale celebra la “Giornata della Terra”

Il nuovo appuntamento con i webinar del ciclo “Be Good”, di giovedì 22 aprile, ha rappresentato un momento di confronto e dibattito con importanti ospiti del mondo dell’istruzione e della sostenibilità ambientaleIl nuovo appuntamento con i webinar del ciclo “Be Good”, di giovedì 22 aprile, ha rappresentato un momento di confronto e dibattito con importanti ospiti del mondo dell’istruzione e della sostenibilità ambientale

In che condizioni è il mondo in cui viviamo? Quanto i cambiamenti climatici stanno condizionando, o possono condizionare, la nostra vita e il futuro delle nuove generazioni? Che cosa possiamo fare, partendo dai giovani, per salvare il pianeta? Queste e molte altre domande sono state al centro di “La scuola come scuola di vita. Educazione permanente sul tema ecologia e solidarietà sociale”, il webinar del ciclo “Be Good”promosso da AVIS Nazionale, tenutosi proprio in una data particolarmente significativa: giovedì 22 aprile, la “Giornata mondiale della Terra”.

Istruzione e formazione degli adulti di domani, sul tema dell’ambiente e del rispetto di quei comportamenti corretti volti a salvaguardare ciò che ci circonda, hanno rappresentato il fil rouge dell’incontro in cui, grazie agli interventi di esperti del settore, è stato possibile tracciare una vera e propria tabella di marcia, nemmeno troppo simbolica, su come, proprio partendo dal volontariato e dai valori della solidarietà, sia possibile intervenire. Il tutto attraverso il parallelismo con quelle best practices che consentono ai donatori di potersi mettere a disposizione degli altri.

Moderato dal consigliere nazionale Carlo Assi, il webinar si è aperto con i saluti del presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, e della vice presidente e responsabile dell’Area Scuola, Laura Pizzetti. Come ha sottolineato Briola, «implementare l’educazione sui valori del sociale, significa incentivare lo spirito di umanità che caratterizza proprio i donatori. Esattamente come il sangue, questo nostro pianeta non è replicabile e quindi esige rispetto e attenzione, così come gli esseri umani che hanno il diritto di vivere in un ambiente adeguato alle proprie condizioni». Un tema, quello dell’ecologia, che «rappresenta un fondamento per la crescita dei giovani – ha detto Laura Pizzetti – e che da sempre ci vede impegnati come associazione. Le nuove generazioni saranno gli adulti e i dirigenti di domani e spetterà a loro continuare a curare i rapporti nella società e il sentimento di attenzione verso la Terra su cui ci troviamo».

 

 

Il quadro ambientale, la donazione e le sfide da affrontare

E non è un caso se proprio da questo tema, dalle condizioni in cui versa il pianeta, siano partiti gli interventi degli ospiti. Primo tra tutti Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Meterorologica Italiana e giornalista scientifico. La sua riflessione, cominciata dalla buona notizia relativa al ritorno degli Stati Uniti negli accordi di Parigi grazie alla decisione del nuovo presidente, Joe Biden, è stata preziosa per capire quanto, a livello pratico, il mondo politico-istituzionale si stia muovendo per salvarsi: «La storia ci insegna che i protocolli sul clima sono molto lenti. Dal primo accordo quadro europeo del 1992, abbiamo dovuto attendere fino al 2015 per l’intesa sottoscritta a Kyoto e poi altri dieci anni per Parigi. Stilare un piano per la riduzione delle emissioni è fondamentale, ma dobbiamo correre».

Un paziente indisciplinato, questo secondo Mercalli è il mondo di fronte a questo tema: «La condizione climatica è come quella del sangue quando, dopo gli esami, presenta dei valori sballati. Vuol dire che deve essere seguita la cura indicata dal medico, ma dall’altra parte c’è una persona, un paziente appunto, che non ne vuole sapere. È ovvio che ogni volta le analisi risulteranno compromesse fino a quando la terapia non potrà più essere somministrata».

Luca Mercalli

Agire per la tutela del pianeta è come essere donatori: compiere un gesto per salvare il prossimo. Ma allora che soluzioni concrete possiamo intraprendere? «Oltre a informarsi su siti ufficiali, lasciando perdere i santoni di turno, è necessario introdurre semplici, ma essenziali, best practices nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Sprecare meno risorse energetiche possibili in casa, partendo ad esempio dall’utilizzo di lampadine a led piuttosto che quelle a combustione. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti, prendere il meno possibile l’aereo e iniziare a valutare l’opzione dell’auto elettrica, ricaricabile da fonti rinnovabili. E poi mangiamo meno carne rossa, principale responsabile dell’effetto serra. Io non sono vegano, ma è sufficiente ridurre la quantità annua pro capite e associarla a una dieta ricca di verdure».

L’aumento delle temperature non è un fattore dannoso solo a livello ambientale, pensiamo allo scioglimento dei ghiacciai o alle tempeste sempre più diffuse anche nel nostro territorio. Quella che si sta rivelando come una vera e propria transizione climatica, ci sta portando a convivere con specie animali fino a qualche anno fa sconosciute, almeno in Italia. Tra queste, la zanzara tigre: «Potremmo dire che il caldo record del 2003 ha segnato il momento chiave della diffusione di questo insetto – ha concluso Mercalli – un fenomeno che ha portato alla diffusione di malattie tropicali, tra cui il virus Dengue o il West Nile Virus, che in caso di insorgenza, oltre a provocare seri ripercussioni alla salute, costringono le persone a non poter donare il sangue. Un motivo in più per ricordarci quanto le cose possano cambiare partendo da noi stessi, da come affrontiamo ogni giornata». 

 

La scuola del futuro

Piero CattaneoIl professor Piero Cattaneo

Esattamente quel concetto di cittadinanza globale e di politiche ambientali che costituiscono gli assi principali della scuola aperta al futuro. Non a caso, come ha ricordato il professor Piero Cattaneo, Docente di metodologia della progettazione educativa e consulente associativo, «l’obiettivo 15 contenuto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è proprio quello a cui ci ispiriamo per dare nuovo slancio all’istruzione. Il Covid ha generato e sta continuando a generare disagi e sconvolgimenti in tutti gli strati della nostra società, tra cui la scuola. Un momento difficile in cui dobbiamo cambiare sguardo e ripartire con nuovo slancio. Un tema, quello delle politiche ambientali, che è centrale per gli studenti che anche nell’enciclica “Laudato sì” (la seconda di Papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato, ndr) hanno trovato un punto di riferimento».

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Liliana Dozza

 

Perché se c’è una scuola di qualità, allora esistono i presupposti per un’educazione che valga per tutta la vita. Da qui è iniziato l’intervento della professoressa Liliana Dozza, docente di Pedagogia alla facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano: «Il titolo di questo webinar è significativo in tal senso, indica una presa di posizione sul ruolo che l’istituzione scolastica deve giocare nei confronti delle nuove generazioni. Stiamo parlando della seconda realtà, dopo la famiglia, che ha nell’educazione dei giovani la propria mission quotidiana. È dalla scuola primaria, parallelamente al nucleo d’origine, che devono partire quegli ancoraggi affettivi e cognitivi che serviranno a formare la persona. Una scuola che faccia da apripista a una vera e propria educazione permanente, in grado di creare le premesse per uno sviluppo sostenibile».

Valorizzando la solidarietà e il suo ruolo educativo: «La sua capacità è quella di stimolare la fiducia, dalla scuola allo sport. Garantisce il rispetto delle diversità e accresce il sentimento di sensibilità verso il prossimo e di disponibilità nel mettersi a disposizione degli altri».

 

Le azioni per salvare noi e il pianeta

Tessa Gelisio

Ma questa disponibilità ad agire, ad entrare in azione, ce l’ha anche il pubblico adulto? Siamo pronti a compiere qualcosa di solidale e concreto per informare e salvare il pianeta? È con queste domande che il moderatore Carlo Assi ha introdotto l’intervento di Tessa Gelisio, conduttrice televisiva e autrice del blog EcoCentrica: «Sempre meno persone guardano la tv dove queste tematiche vengono affrontate in maniera troppo generalista. I giovani, di contro, tendono a informarsi maggiormente utilizzando altre piattaforme, ma è indispensabile che tutti conoscano le problematiche di cui stiamo parlando e le azioni che è possibile intraprendere in tal senso».

Eppure, maggiore ascolto rispetto al passato c’è. Dai blog ai social network le sensibilità stanno emergendo e proprio le nuove generazioni, giorno dopo giorno, si stanno rivelando attente al problema: «Greta Thunberg è l’esempio di tutto ciò. Pensiamo a cosa è riuscita a fare una giovane della sua età rispetto alla lentezza delle istituzioni. È questa la forza straordinaria che hanno i giovani, quella di contaminare, nel senso positivo del termine, di innovare e diffondere, con estrema semplicità, l’attenzione che occorre avere per un qualcosa che appartiene a tutti noi: la Terra». Da dove occorre partire? «La salute è la leva su cui puntare per invertire la rotta. Se riusciamo a far capire che le problematiche ambientali incidono sulle generazioni, non solo quelle future, ma su quelle che sono qui ora, abbiamo vinto. Ma dobbiamo farlo insieme, tutti. A cominciare da oggi».

 

Maria Rosaria RolloMaria Rosaria Rollo

 

a cominciare dai più piccoli. Lo sa bene Maria Rosaria Rollo che, oltre a essere la presidente dell’Avis Comunale San Cesario di Lecce, è anche dottoressa in agraria e specializzata nella promozione di azioni pratiche per la sostenibilità rivolte a studenti e famiglie: «Un’esperienza significativa, in tal senso, è stata quella che mi ha visto fornire supporto a un asilo della nostra città per la realizzazione di un orto scolastico – ha raccontato – Si tratta di un progetto tanto semplice, quanto originale ed efficace per insegnare già ai più piccoli l’importanza della stagionalità dei prodotti e dell’importanza della terra. La salvaguardia del pianeta, infatti, passa anche attraverso un’alimentazione che tenga conto dei prodotti relativi a un determinato periodo dell’anno piuttosto che a un altro. Solo così si riescono ad evitare gli sprechi». Ma non solo.

L’attenzione alla cura dell’orto va vista anche come un parallelismo con la lezione della donazione: «Costanza nel tempo, desiderio di dedicarsi al prossimo e periodicità dei lavori sono le caratteristiche di chi, volontariamente, con il proprio gesto etico e non remunerato contribuisce a salvare la vita di migliaia di pazienti – ha concluso – Trasmettere passioni ed emozioni serve a responsabilizzare i bambini e a creare una società del futuro sempre più attenta alle necessità del prossimo».

Perché la donazione è un po’ come un orto solidale. E va coltivata ogni giorno.

 

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A fine incontro è stata mostrata la fiaba Il prato rinato di Gudrun Steger, tratta dalla raccolta Fiabe di primavera di Maria Paola Asson. 

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