Individuare un minimo comun denominatore tra i vari Paesi europei nei criteri di selezione del donatore e dei rischi legati alla donazione. È solo uno degli obiettivi di Transpose, il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea, che vede coinvolti 15 Paesi, tra cui l’Italia con il Centro nazionale sangue, rappresentati ciascuno da istituzioni scientifiche e accademiche, organizzazioni regionali e associazioni. Un totale di 24 realtà. Tra queste anche AVIS Nazionale, unica associazione di donatori a prendere parte ai lavori. Come ha spiegato Alice Simonetti, componente dell’esecutivo nazionale e responsabile di Transpose, «c’era l’esigenza di rivedere e riesaminare anche quei criteri di sospensione alla donazione in merito a interventi come cure dentali o tatuaggi. Tutta una serie di contenuti da inserire nel questionario anamnestico da consegnare poi a ciascuna persona prima della donazione». La condivisione di best practices comuni è stata al centro della due giorni tenutasi il 24 e 25 febbraio nella sede dell’Istituto superiore di sanità a Roma dal titolo “Dissemination & Education”. Condivisione che, per tutta una serie di motivi, ha riguardato anche i comportamenti da adottare di fronte a casi straordinari come quello della diffusione del Coronavirus che, negli ultimi giorni, sta preoccupando non poco le regioni italiane. «Adesso i prossimi step saranno quelli di ricevere i feedback dai vari Paesi coinvolti nel progetto – conclude – in termini di autorità sanitarie e associazioni di donatori. Poi verranno condivisi i risultati in ambito europeo con le istituzioni politiche e sanitarie, con eventi di apprendimento che saranno utili e ricchi di spinti da approfondire anche per AVIS stessa». Il tutto con l’obiettivo di garantire, a livello europeo, un punto di riferimento nel procedimento di revisione delle direttive su qualsiasi tipo di donazione, che si tratti di sangue, cellule o tessuti.
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Individuare un minimo comun denominatore tra i vari Paesi europei nei criteri di selezione del donatore e dei rischi legati alla donazione. È solo uno degli obiettivi di Transpose, il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea, che vede coinvolti 15 Paesi, tra cui l’Italia con il Centro nazionale sangue, rappresentati ciascuno da istituzioni scientifiche e accademiche, organizzazioni regionali e associazioni. Un totale di 24 realtà. Tra queste anche AVIS Nazionale, unica associazione di donatori a prendere parte ai lavori. Come ha spiegato Alice Simonetti, componente dell’esecutivo nazionale e responsabile di Transpose, «c’era l’esigenza di rivedere e riesaminare anche quei criteri di sospensione alla donazione in merito a interventi come cure dentali o tatuaggi. Tutta una serie di contenuti da inserire nel questionario anamnestico da consegnare poi a ciascuna persona prima della donazione». La condivisione di best practices comuni è stata al centro della due giorni tenutasi il 24 e 25 febbraio nella sede dell’Istituto superiore di sanità a Roma dal titolo “Dissemination & Education”. Condivisione che, per tutta una serie di motivi, ha riguardato anche i comportamenti da adottare di fronte a casi straordinari come quello della diffusione del Coronavirus che, negli ultimi giorni, sta preoccupando non poco le regioni italiane. «Adesso i prossimi step saranno quelli di ricevere i feedback dai vari Paesi coinvolti nel progetto – conclude – in termini di autorità sanitarie e associazioni di donatori. Poi verranno condivisi i risultati in ambito europeo con le istituzioni politiche e sanitarie, con eventi di apprendimento che saranno utili e ricchi di spinti da approfondire anche per AVIS stessa». Il tutto con l’obiettivo di garantire, a livello europeo, un punto di riferimento nel procedimento di revisione delle direttive su qualsiasi tipo di donazione, che si tratti di sangue, cellule o tessuti.
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