Sono ripartiti i progetti legati al
Servizio civile universale. Dopo la
sospensione comunicata lo scorso
10 marzo dal
Dipartimento per le Politiche Giovanili, con lo scopo di contrastare e contenere la diffusione del
Coronavirus, è stato lo stesso
ministro Vincenzo Spadafora a comunicare la riattivazione delle iniziative. Nonostante l’attività non si fosse mai del tutto fermata, sono quasi 13mila i giovani che tornano a essere impegnati nelle proprie comunità, a cui si aggiungono i 10mila coinvolti in progetti rimodulati per i quali loro stessi avevano partecipato alla ridefinizione di obiettivi e attività. «Dal supporto ai centri operativi comunali della
protezione civile, alla realizzazione di
progetti educativi e culturali, passando per il sostegno al sistema scolastico – recita una nota del ministro – circa
23mila giovani saranno alle prese con la
consegna di spesa,
farmaci,
pasti preparati, libri o altri beni di necessità, ma anche impegnati a offrire assistenza da remoto, con
telefonate periodiche dedicate all’ascolto e al conforto delle persone più sole oppure gestendo servizi informativi per la cittadinanza». In questo vero e proprio esercito di volontari ce ne sono 167 che hanno ripreso le attività del Servizio civile previste da
AVIS. Quelli di
Calabria,
Triveneto,
Campania,
Puglia,
Umbria e
Molise sono i territori italiani in cui l’impegno è ricominciato in
modalità ordinaria. Alcune sedi, in accordo con i volontari, svolgono attività esclusivamente da remoto, mentre altre anche sul campo un giorno a settimana.Sono ripartiti i progetti legati al
Servizio civile universale. Dopo la
sospensione comunicata lo scorso
10 marzo dal
Dipartimento per le Politiche Giovanili, con lo scopo di contrastare e contenere la diffusione del
Coronavirus, è stato lo stesso
ministro Vincenzo Spadafora a comunicare la riattivazione delle iniziative. Nonostante l’attività non si fosse mai del tutto fermata, sono quasi 13mila i giovani che tornano a essere impegnati nelle proprie comunità, a cui si aggiungono i 10mila coinvolti in progetti rimodulati per i quali loro stessi avevano partecipato alla ridefinizione di obiettivi e attività. «Dal supporto ai centri operativi comunali della
protezione civile, alla realizzazione di
progetti educativi e culturali, passando per il sostegno al sistema scolastico – recita una nota del ministro – circa
23mila giovani saranno alle prese con la
consegna di spesa,
farmaci,
pasti preparati, libri o altri beni di necessità, ma anche impegnati a offrire assistenza da remoto, con
telefonate periodiche dedicate all’ascolto e al conforto delle persone più sole oppure gestendo servizi informativi per la cittadinanza». In questo vero e proprio esercito di volontari ce ne sono 167 che hanno ripreso le attività del Servizio civile previste da
AVIS. Quelli di
Calabria,
Triveneto,
Campania,
Puglia,
Umbria e
Molise sono i territori italiani in cui l’impegno è ricominciato in
modalità ordinaria. Alcune sedi, in accordo con i volontari, svolgono attività esclusivamente da remoto, mentre altre anche sul campo un giorno a settimana.