NEWS

Terapie e farmaci salvavita, così il giallo del plasma colora la “Festa della donna”

Economica e in grado di crescere anche sui terreni più difficili. Sono le caratteristiche della mimosa, la pianta che, dal 1946, venne scelta come simbolo della Festa della donna. L’8 marzo è la data in cui si celebra ogni anno. Una data che in realtà ha origini drammatiche visto che in quel giorno, nel lontano 1908, 129 operaie rimasero uccise nell’incendio divampato all’interno della fabbrica di New York dove protestavano per le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Furono due donne iscritte all’Udi (l’Unione donne italiane), Rita Montagnana e Teresa Mattei, a proporre la mimosa in occasione della prima Festa della donna del dopoguerra. Da quel giorno è diventata il segno distintivo di questa ricorrenza. Economica e gialla, come la donazione e come il plasma. Se il numero dei donatori in Italia continua a crescere è anche, se non soprattutto, grazie alle donne. E proprio quella del plasma, prodotto attraverso il quale vengono garantite terapie e farmaci salvavita per migliaia di pazienti, è addirittura più adatta alle donatrici. Proviamo a capire perché. Quando si dona il sangue, per gli uomini il tempo di attesa tra una donazione e l’altra è pari a tre mesi, mentre per le donne è esattamente il doppio. Tutto ciò è necessario perché, per questioni legate al ciclo mestruale, le donne vanno più facilmente incontro a livelli bassi di emoglobina, che deve essere pari a 12,5 g/dl per donare il sangue e a 11,5 g/dl per donare il plasma. Per questo motivo la scelta del “giallo” è più indicata per le donne. A differenza del sangue, i tempi di attesa qui sono uguali agli uomini (circa quindici giorni) e come procedura viene consigliata spesso perché, rispetto all’alla prima, non comporta una riduzione del livello di emoglobina dal momento che i globuli rossi vengono separati e reinfusi. Inoltre, le donne possono fare al massimo due donazioni di sangue intero all’anno, con un intervallo minimo di tre mesi, mentre per il plasma il massimo previsto è 12 donazioni l’anno, mentre l’intervallo minimo è 14 giorni. La campagna #GialloPlasma lanciata da AVIS è stata già in passato “rivisitata” in versione mimosa per celebrare questa giornata. Ma soprattutto per ringraziare tutte le donatrici e ribadire ancora una volta quanto il genere femminile sia prezioso non solo nell’attività associativa, ma in ogni singola sfaccettatura quotidiana della società civile.Economica e in grado di crescere anche sui terreni più difficili. Sono le caratteristiche della mimosa, la pianta che, dal 1946, venne scelta come simbolo della Festa della donna. L’8 marzo è la data in cui si celebra ogni anno. Una data che in realtà ha origini drammatiche visto che in quel giorno, nel lontano 1908, 129 operaie rimasero uccise nell’incendio divampato all’interno della fabbrica di New York dove protestavano per le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Furono due donne iscritte all’Udi (l’Unione donne italiane), Rita Montagnana e Teresa Mattei, a proporre la mimosa in occasione della prima Festa della donna del dopoguerra. Da quel giorno è diventata il segno distintivo di questa ricorrenza. Economica e gialla, come la donazione e come il plasma. Se il numero dei donatori in Italia continua a crescere è anche, se non soprattutto, grazie alle donne. E proprio quella del plasma, prodotto attraverso il quale vengono garantite terapie e farmaci salvavita per migliaia di pazienti, è addirittura più adatta alle donatrici. Proviamo a capire perché. Quando si dona il sangue, per gli uomini il tempo di attesa tra una donazione e l’altra è pari a tre mesi, mentre per le donne è esattamente il doppio. Tutto ciò è necessario perché, per questioni legate al ciclo mestruale, le donne vanno più facilmente incontro a livelli bassi di emoglobina, che deve essere pari a 12,5 g/dl per donare il sangue e a 11,5 g/dl per donare il plasma. Per questo motivo la scelta del “giallo” è più indicata per le donne. A differenza del sangue, i tempi di attesa qui sono uguali agli uomini (circa quindici giorni) e come procedura viene consigliata spesso perché, rispetto all’alla prima, non comporta una riduzione del livello di emoglobina dal momento che i globuli rossi vengono separati e reinfusi. Inoltre, le donne possono fare al massimo due donazioni di sangue intero all’anno, con un intervallo minimo di tre mesi, mentre per il plasma il massimo previsto è 12 donazioni l’anno, mentre l’intervallo minimo è 14 giorni. La campagna #GialloPlasma lanciata da AVIS è stata già in passato “rivisitata” in versione mimosa per celebrare questa giornata. Ma soprattutto per ringraziare tutte le donatrici e ribadire ancora una volta quanto il genere femminile sia prezioso non solo nell’attività associativa, ma in ogni singola sfaccettatura quotidiana della società civile.

Condividi:

Skip to content