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Terzo Settore, così le associazioni e il mondo di arte e spettacolo puntano a ripartire

Completare la riforma del Terzo Settore per tutelare le associazioni e le persone fisiche e giuridiche che investono e lavorano in questo ambitoCompletare la riforma del Terzo Settore per tutelare le associazioni e le persone fisiche e giuridiche che investono e lavorano in questo ambito

Completare la riforma del Terzo Settore per tutelare le associazioni e le persone fisiche e giuridiche che investono e lavorano in questo ambito. È il coro unanime che si alza dal convegno “Le arti e lo spettacolo alla prova del COVID-19”, promosso dalla Siedas, la Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo. L’iniziativa, che rientra in una serie di incontri online finalizzati a individuare soluzioni e strategie innovative per ripartire dopo le conseguenze della pandemia, ha visto intervenire una serie di personalità, tra cui il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, legate non solo al mondo del volontariato, ma anche istituzionale e dell’associazionismo, per affrontare insieme i problemi che le singole realtà hanno vissuto in un periodo che ne ha rivoluzionato il lavoro e il modo di sensibilizzare sulle proprie attività. Moderato dalla segretaria generale della Siedas, Maria Rosaria Santangelo, l’incontro ha visto come filone principale il Decreto Rilancio approvato nei giorni scorsi. Come ha sottolineato la portavoce del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, «il Terzo Settore è il primo che sta soffrendo di questo periodo di restrizioni e temo che sarà anche l’ultimo a ripartire. Per questo, per alimentare l’autosufficienza delle realtà che ne sono coinvolte e per tutelare le persone che vi lavorano, auspichiamo un sempre più rapido completamento della riforma per rivedere la fiscalità ed evitare le sperequazioni che danneggiano i più piccoli».  Il presidente Gianpietro Briola durante il convegno della SiedasQuello dello stretto legame tra le attività culturali e dello spettacolo e le iniziative associative, è stato sottolineato anche dal presidente Briola, che li ha definiti «due linguaggi universali, un connubio che ci ha sempre accompagnato perché, come volontari, siamo stati e siamo sempre attenti alle tradizioni sociali e culturali del territorio. Attraverso la socialità e la formazione permanente promuoviamo la cultura, la conoscenza e l’importanza della scelta di chi, nel nostro caso, dona il sangue. La dimostrazione di questo è stata anche nel lungo Fil Rouge di iniziative, che avevamo organizzato per questo 2020, che avrebbe dovuto segnare il ruolo di primo piano dell’Italia nell’ospitare la Giornata mondiale del donatore, ma che dovremo in qualche modo rimodulare per il prossimo anno vista la decisione dell’Oms di sospendere ogni attività». Di quanto la pandemia abbia inciso su questo mondo ne ha dato ulteriore misura Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «Dopo quasi 33 anni rischiamo che, per la prima volta, il nostro progetto Goletta Verde (il sistema di monitoraggio che l’associazione promuove per valutare la qualità dei nostri mari, ndr) non parta. Festival legati alla tutela dell’ambiente e alla sensibilizzazione su cibi biologici e raccolta differenziata, sono solo alcune delle iniziative promosse dalla nostra associazione, ma c’è tutta una grande parte di attività culturali del nostro Paese che vengono messe in campo dalle realtà del Terzo Settore. Ecco perché è importante che l’attenzione sulle fasi della ripartenza venga prestata anche a coloro che, come noi, sono parte attiva di questo movimento». Un movimento che, come ha raccontato Domenico Chiappa, presidente di DOC Servizi, «vede la maggior parte delle persone che ruotano nel mondo della musica essere legate alle cooperative e, in generale, alla cooperazione associativa. Realtà che alimentano economia, iniziativa e crescita dei singoli musicisti, come ad esempio le proloco o i circoli culturali». Al presidente nazionale di Siedas, Fabio Dell’Aversana, sono spettate le conclusioni a margine del dibattito: «Un tema che spesso viene sottovalutato è quello della felicità pubblica che è l’elemento che tiene insieme tutte le realtà di oggi. Probabilmente, per noi che ci occupiamo dei diritti di coloro che vivono nel mondo dello spettacolo, è arrivato il momento di rimettere mano al codice che regolamenta questo settore e di riorganizzare la normativa. Le associazioni non potrebbero realizzare iniziative di sensibilizzazione se non ci fossero strumenti come l’arte e lo spettacolo: ecco perché il mio appello è di continuare ancora a procedere insieme lungo questo percorso».

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