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Covid-19 e riduzione delle ospedalizzazioni, così in Europa ci si protegge dall’influenza

Un report pubblicato da Eurostat, la direzione generale della Commissione Europeache raccoglie ed elabora dati provenienti dagli Stati membri dell’UE a fini statistici, ha indicato la percentuale di persone over 65 che hanno effettuato il vaccino antinfluenzaleUn report pubblicato da Eurostat, la direzione generale della Commissione Europeache raccoglie ed elabora dati provenienti dagli Stati membri dell’UE a fini statistici, ha indicato la percentuale di persone over 65 che hanno effettuato il vaccino antinfluenzale

Proteggersi ed evitare di confondere i sintomi dell’influenza con quelli del Covid-19 non è solo l’obiettivo della campagna lanciata le scorse settimane da AVIS Nazionale. È un qualcosa che serve per garantire la salute di tutti e, se possibile, una riduzione delle procedure di ospedalizzazione. Non solo nel nostro Paese.

 

Un report pubblicato da Eurostat, la direzione generale della Commissione Europeache raccoglie ed elabora dati provenienti dagli Stati membri dell’UE a fini statistici, ha indicato la percentuale di persone over 65 che hanno effettuato il vaccino antinfluenzale. I dati, che sono relativi al 2018, fissano una media generale molto poco incoraggiante: solo il 41,4% della popolazione, infatti, ha deciso di proteggersi contro il virus. Tuttavia, occorre fare una premessa: in Europa esistono politiche diverse per quel che concerne la messa a disposizione del pubblico dei vaccini antinfluenzali, mentre il nostro Servizio Sanitario Nazionalelo garantisce gratuitamente a over 65, donatori di sangue, donne in gravidanza, personale sanitario, forze dell’ordine e a coloro che lavorano a contatto con gli animali.

 

Influenza_vaccination_2018.jpg

Tra i 27 Paesi analizzati quello più “virtuoso” è stato il Regno Unito, dove le somministrazioni hanno coinvolto il 72% di coloro di età pari o superiore ai 65 anni. Subito dopo, come si vede nel grafico, l’Irlandacon il 68,5%. Settima l’Italia con, allora, il 52,7% che, seppur piuttosto alta come media rispetto a quella generale, conferma la flessione già registrata negli ultimi anni. Nel 2009, infatti, il 66,3% della popolazione over 65 decise di effettuare il vaccino, per poi arrivare al 2015 quando addirittura si scese fino al 48,65%.

 

La sensibilizzazione verso la scelta di proteggersi in un anno così delicato come quello ancora in corso è un’azione che già nei mesi scorsi era stata portata avanti dal ministero della Salute e dal Centro nazionale sangue. Il numero dei contagi da Covid-19 sta tornando a crescere pericolosamente anche qui in Italia: fare il vaccino significa evitare sintomi che possano essere confusi con quelli del virus, proteggere la nostra salute e quella delle persone che abbiamo intorno, ridurre le ospedalizzazioni e, soprattutto per i donatori, continuare a mantenersi sani e poter proseguire la propria attività così da garantire l’autosufficienza nazionale di sangue e plasma.

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