«Ho capito davvero quanto siano importanti le donazioni di sangue ad agosto dello scorso anno, quando mi sono ammalata di leucemia. È una malattia che colpisce il midollo osseo non permettendogli di produrre sufficienti globuli rossi, bianchi e piastrine. In questa situazione, per poter sopravvivere è necessario sottoporsi a numerose trasfusioni».
Chi parla, anzi, chi scrive, è Valentina (nome di fantasia). Ha 13 anni e vive in provincia di Treviso. Ha deciso di mettere, come si dice in gergo, “nero su bianco” la sua storia. Lo ha fatto in occasione di un compito in classe di italiano. Attraverso un tema si è raccontata per mandare un messaggio fondamentale a tutti: donare sangue salva la vita a tante persone. Compresa lei. Avis Provinciale ha ritenuto talmente potente questa testimonianza da veicolarla per sensibilizzare ancora di più su questo tema, in particolare coloro che ancora non sono donatori. E AVIS Nazionale, volentieri, contribuisce a diffondere questa storia di difficoltà, ma allo stesso tempo di riconoscenza e speranza.
Uno stralcio del tema di Valentina
Come scrive Valentina, «nel mio caso, nel corso dell’ultimo anno, di cure non saprei nemmeno quante ne ho fatte. Ho avuto bisogno di tantissimo sangue e piastrine che, fortunatamente, sono sempre stati disponibili sia per me che per tutti gli altri bambini e ragazzi del reparto di oncoematologia di Padova. È successo solo una volta che il magazzino fosse piuttosto scarico e per l’assegnazione delle sacche da trasfondere si sia seguito un ordine di priorità. Poter ricevere il sangue ogni volta che ce n’è bisogno – prosegue – significa evitare una serie di problemi come la forte stanchezza, il mal di testa e la vista tutta sfuocata. L’insufficienza di piastrine, invece, genera importanti emorragie. In quest’anno me ne sono successe tante: dal naso, dalla bocca, dalla tracheotomia. Ho avuto bisogno di sangue anche prima di sottopormi a operazioni. Sensibilizzare le persone alla donazione è importantissimo perché significa salvare la vita di chi è ammalato. Grazie a tutte le persone che sono state così generose, io adesso sto bene e, oltre a ricevere il sangue di persone sconosciute, ho avuto la fortuna di ricevere il midollo osseo da mia sorella».
Come ha spiegato il presidente di Avis Provinciale Treviso, Stefano Pontello, «questa testimonianza è laprova tangibile di quanto il dono possa fare la differenza e costituisca un’opportunità di salute, vita e speranza. L’autosufficienza di sangue e plasma, che sono terapie salvavita, rappresenta un obiettivo strategico non solo per il nostro sistema sanitario, ma anche per la salute delle nostre comunità. Per tutte queste ragioni – conclude – occorre continuare a sensibilizzare cittadini e cittadine sull’importanza della donazione quale gesto di altruismo e responsabilità per il benessere collettivo. Non possiamo che ringraziare Valentina per averci donato la sua esperienza che rappresenta un monito e un insegnamento per tutti noi».