Uno studio epidemiologico sull’infezione da Covid-19 nei donatori di sangue per definire i criteri e le modalità di arruolamento per la raccolta di plasma iperimmune. È quanto ha avviato il Centro nazionale sangue allo scopo non solo di consolidare la sicurezza del sistema trasfusionale, ma anche di migliorare le conoscenze sulla diffusione del virus. L’indagine punta a raccogliere dati significativi sulla presenza del Coronavirus nel sangue dei donatori, valutando anche la presenza quantitativa e qualitativa dell’eventuale risposta anticorpale. Per questo lo studio prevede una mappatura della prevalenza dell’infezione nei soggetti asintomatici, una valutazione delle performance dei metodi impiegati per lo studio molecolare e sierologico e la creazione di vere e proprie coorti regionali e nazionali di donatori volontari e non remunerati da coinvolgere per la raccolta del plasma iperimmune da cui ricavare le immunoglobuline specifiche, di produzione farmaceutica, contro il Covid-19. Lo studio sierologico e molecolare verrà condotto su campioni prelevati dai donatori di sangue al momento della donazione, scegliendo tra le quantità raccolte dai servizi trasfusionali delle Regioni selezionate in base alla maggiore incidenza della pandemia. Fondamentale nella realizzazione di questo studio sarà la collaborazione di associazioni e federazioni di donatori che, in accordo con le strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali, informeranno e sensibilizzeranno nella raccolta di adesioni di donatori asintomatici e di quelli guariti. Le coorti, i gruppi di donatori volontari, potranno inoltre essere integrate da soggetti convalescenti già reclutati dalle associazioni come potenziali donatori periodici e da donatori che hanno superato il periodo di sospensione temporanea. Come spiega la circolare del Cns, “i donatori dovranno, in modo consapevole e partecipato, comprendere gli obiettivi sperimentali del progetto e le sue potenziali ricadute, anche di lungo termine, sulla salute pubblica e rilasciare il proprio consenso consapevole e informato al prelievo per le finalità dello studio e alla proporzionale e necessaria raccolta e conservazione di alcuni dati personali”. Tutto questo attraverso una capillare campagna informativa per i donatori di sangue, volta ad accrescere la sensibilizzazione sull’importanza di uno studio sierologico che utilizzi i loro campioni di sangue per valutare la risposta anticorpale al potenziale contatto con il virus e conoscere l’epidemiologia della malattia, nonché le future potenzialità del dono del plasma da aferesi da parte di tutti coloro che abbiano reattività sierologica anti-Sars-CoV-2. Le strategie organizzative locali, condivise con le SRC, saranno mirate al reclutamento dei donatori sul territorio, attraverso la chiamata, e alla programmazione della raccolta, in funzione del volume di plasma necessario all’eventuale uso clinico e alla lavorazione per la produzione delle immunoglobuline specifiche anti-Coronavirus.
