Grande risalto ha dato tra ieri e oggi la stampa italiana alla sentenza della Corte di giustizia Ue in merito alla possibile discriminazione in Francia, in materia di donazione di sangue, per le persone omosessuali.Sull’argomento riportiamo di seguito l’intervista al presidente di AVIS NAZIONALE, Vincenzo Saturni, comparsa oggi su Repubblica a firma Caterina Pasolini.L’Italia per una volta è all’avanguardia rispetto all’Europa, alla Francia, anche in materia di diritti civili. «La sentenza di Strasburgo? Noi lavoriamo diversamente. In Italia gli omosessuali possono donare sangue da quattordici anni, senza discriminazioni per loro e in totale sicurezza. Così decise nel 2001 l’allora ministro Veronesi, che abolì quel divieto». Vincenzo Saturni, professore di ematologia, è anche presidente dell’ Avis.Cosa pensa del divieto ai gay di donare sangue?«Un ritorno al passato, per di più inutile. Non è l’essere omosessuale o eterosessuale che fa crescere o diminuire il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, ma sono i comportamenti a cambi are le co se»».Quindi niente discriminazioni e più sicurezza?«Esatto. Noi valutiamo il comportamento del singolo, non le categoriedi persone. Puntiamo ad avere donatori consapevoli che quando parlano col medico prima del prelievo raccontano in privata sede le loro avventure in modo da poter decidere se è il caso di donare. Ed è chiaro che se uno nell’ultimo mese ha avuto rapporti sessuali promiscui con persone che si drogano o lo fanno per soldi è meglio che eviti».Quali esami vengono fatti?«Sono obbligatori quelli per la ricerca degli anticorpi dei virus, ma anche del virus stesso nel periodo finestra. Quindi possiamo dire che la sicurezza trasfusionale è ai massimi livelli, il rischio di trasmettere infezioni in Italia è praticamente zero. Non risultano casi di trasmissione Hiv in Italia, ci sono in Austria, da donatori eterosessuali».Ma chi sono i donatori?«In Italia un milione settecentomila persone e l’80 per cento regala il suo sangue più volte in un anno».
