Produrre immunoglobuline specifiche per intervenire nella fase precoce del virus. È l’obiettivo con cui Avis Regionale Lombardia e il Costa Rica (Ministero della Salute e l’Università di Costa Rica – centro di ricerca “Instituto Clodomiro Picado”) hanno avviato una collaborazione internazionale per uno scambio di informazioni legate ai progetti di raccolta del plasma iperimmune.
Nella fattispecie, sotto l’osservazione dell’ambasciatore in Italia, Ronald Flores Vega, è finito il programma che l’Avis sta conducendo insieme alla Regione Lombardia e che prevede la selezione dei donatori da cui raccogliere il plasma da convalescente come terapia contro il Covid-19. Dopo un primo incontro con il presidente Oscar Bianchi, la responsabile internazionalizzazione, Laura Molinari, il coordinatore regionale, Laura Cubeddu, e il console onorario del Costa Rica a Milano, Fabrizio Grillo, sono emersi molteplici punti in comune tra i due Paesi non solo per quanto riguarda la gestione sanitaria, ma anche per la volontarietà del dono del sangue.
La raccolta di sangue, infatti, è volontaria e gratuita anche nel Paese latinoamericano (unico ad aver deciso di investire in sanità e istruzione le risorse risparmiate dalla spesa militare) ed è gestita dalla Croce Rossa. In più, l’istituto “Clodomiro Picado”, centro di ricerca dell’università del Costa Rica, da tempo vanta un’elevata esperienza nella produzione di antidoti contro il veleno dei serpenti ottenuti dal plasma immunizzato dei cavalli. Ad oggi il plasma dei pazienti guariti dal Covid-19 viene già raccolto, ma c’è bisogno di un incremento in vista della possibile recrudescenza prevista anche nel Paese latinoamericano.
Come ha sottolineato il presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi, «siamo molto lieti di aver avviato questa collaborazione che, nata da un’iniziale reciproca curiosità, si sta rivelando preziosa per un confronto costruttivo delle esperienze maturate da ciascuno nella gestione della pandemia». Tutto è nato attraverso lo SVE (il Servizio Volontario Europeo), il progetto di formazione finanziato dalla Commissione Europea che, attraverso il programma “Erasmus+”, permette ai giovani tra i 17 e i 30 anni di svolgere un’attività legata al volontariato in un altro Paese per un periodo tra i 2 e i 12 mesi: «In questo modo abbiamo iniziato a scrivere ad altre nazioni per capire come stessero gestendo l’emergenza generata dal Covid – prosegue Bianchi – e tra le risposte ottenute quella che più ci ha colpito è stata proprio quella del Costa Rica. Vista l’impostazione pubblica del suo sistema sanitario, abbiamo capito che avevamo moltissimi punti in comune e che quindi avviare una collaborazione era possibile».
La prossima settimana dovrebbe essere in programma un nuovo incontro in cui verranno confrontati i dati raccolti dal paese latinoamericano e da Avis Regionale Lombardia. Poi cosa succederà? «Una volta fatto il punto della situazione vorremmo entrare in una fase ancor più operativa nella quale realizzare campagne promozionali e di sensibilizzazione alla donazione di plasma iperimmune da diffondere qui e in Costa Rica. Mi auguro – conclude – che l’esperienza avviata qui possa essere l’apripista per forme di collaborazione che coinvolgano anche altre Avis e Paesi esteri».