Solidarietà, inclusione, cittadinanza attiva. Sono alcuni dei principi cardine su cui si basa l’attività di AVIS e dei suoi oltre un milione e 300mila donatori. Valori propri non solo della nostra associazione, ma di una società che, giorno dopo giorno, non perdendo mai di vista le necessità del prossimo, vuole essere sempre più partecipativa e collaborativa soprattutto in un periodo come quello che stiamo attraversando. Una bella storiain tal senso arriva da Albenga, un comune di circa 24mila abitanti in provincia di Savona.
Said Bousseta durante la donazione
Qui lo scorso sabato 15 maggio la comunità islamica locale ha organizzato una giornata di raccolta straordinaria. La terza da quando è scoppiata la pandemia, a dimostrazione di come proprio nei momenti di maggiore difficoltà, non ci si possa voltare dall’altra parte, ma anzi sia necessario che ciascuno faccia la sua parte. Said Bousseta è un consigliere della comunità. Viene dal Marocco, ha 37 anni, fa il muratore ed è in Italia dal 2007. È stato lui, già lo scorso anno, a prendere contatti con l’Avis Comunale per donare il sangue: «Per noi è importante dare una mano, è il minimo che possiamo fare. Rappresenta un modo per sentirci utili e compiere un gesto concreto a tutela della salute di tutti. Lo scorso anno ho chiesto al presidente Patuzzo se fosse possibile iniziare questa collaborazione e pian piano ce l’abbiamo fatta. È stato un modo anche per me per iniziare a donare».
I controlli prima della donazione
Tutto nasce da alcuni amici musulmani di Said residenti a Torino che si erano organizzati grazie all’autoemoteca: «Qui non era possibile – racconta – per questo, insieme all’Avis, doniamo al centro trasfusionale. Sabato siamo stati in venti a donare e con noi sono venuti altri cinque rappresentanti della comunità per effettuare i test di idoneità. Al centro di cultura islamica parlo sempre di quello che stiamo facendo per cercare di coinvolgere altre persone: per noi è importante». Una scelta che contribuisce a far sentire Said ancor più parte della realtà che, dal 2007, è diventata la sua nuova casa: «L’integrazione, per noi, passa da qui. Dare il nostro contributo attivo per migliorare la salute degli altri è il modo più bello e naturale per rafforzare l’inclusione e anche per rimediare agli errori che fanno tanti di noi. Il Covid – conclude – ha dimostrato che nonostante le difficoltà fare del bene al prossimo è sempre possibile. E noi cerchiamo di fare la nostra parte così».
Una ventina i componenti della comunità islamica che hanno donato sabato
Soddisfatto il presidente dell’Avis Comunale di Albenga, Giovanni Patuzzo: «Per tutti noi è motivo di grande orgoglio aver dato vita a questa iniziativa. L’interessamento della comunità islamica alla donazione di sangue e a ciò che l’associazione fa sul territorio è il più bell’esempio di solidarietà e partecipazione sociale. Mi auguro che questi siano solo i primi progetti di una serie da realizzare insieme».