Un accordo che mette a disposizione 35 posti nelle proprie sedi locali per consentire, agli imputati adulti ammessi alla sospensione del procedimento penale con messa alla prova, di svolgere lavori di pubblica utilità a favore della collettività.
È quanto previsto dalla convenzione stipulata, nei giorni scorsi, tra il Ministero della Giustizia e AVIS Nazionale che impegna i soggetti ammessi a svolgere incarichi come:
- prestazioni di lavoro per finalità sociali e socio-sanitarie nei confronti persone alcoldipendenti e tossicodipendenti, diversamente abili, amalati, anziani, minori, stranieri;
- prestazioni di lavoro nella manutenzione e fruizione di immobili e servizi pubblici, inclusi ospedali e case di cura, o di beni del demanio e del patrimonio pubblico, compresi giardini, ville e parchi, con esclusione di immobili utilizzati dalle forze armate o dalle forze di polizia;
- prestazioni di lavoro inerenti a specifiche competenze o professionalità del soggetto stesso
L'accordo, che avrà la durata di 5 anni, coinvolge attualmente 27 sedi di AVIS distribuite sull'intero territorio nazionale (e che sono riportate nell'elenco allegato in basso): tuttavia, potrà essere esteso ad altre sedi e, pertanto, chiunque fosse interessato ad aderire e accogliere gli imputati può mettersi in contatto con AVIS Nazionale all'indirizzo e-mail: avis.nazionale@avis.it. La convenzione impegna l'associazione a garantire la conformità delle sedi stesse alle norme in materia di sicurezza e igiene degli ambienti di lavoro, nonché ad assicurare la predisposizione delle misure necessarie a tutelare, anche attraverso dispositivi di protezione individuali, l'integrità dei soggetti ammessi alla prova.
Come ha dichiarato il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, «sono molto soddisfatto per la sottoscrizione di questo accordo. Si tratta di un'ulteriore dimostrazione di come la nostra associazione faccia della solidarietà e dell'inclusione sociale i principi cardine della propria mission. Coinvolgere e dare una possibilità concreta di riscatto sociale a queste persone è un gesto nobile e concreto verso il raggiungimento di una collettività sempre più tollerante e rispettosa dei diritti altrui».
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