La
ricerca sulle
malattie rare non può e non deve fermarsi. Nemmeno in epoca di pandemia. Ecco perché la
Fondazione Telethon è pronta a lanciare, tra maggio e giugno,
tre bandi tra cui uno dedicato a progetti pilota che utilizzino le malattie genetiche come modello per far luce sul
Covid-19 e il comportamento del nuovo Coronavirus. Sistemi di trasporto che il virus sfrutta per riprodursi e molecole coinvolte nell’interazione tra Sars-CoV2 e cellule umane, sono infatti solo alcuni dei
punti di contatto con l’ambito di ricerca della Fondazione, emersi dagli studi effettuati in questi mesi dalla comunità scientifica. Quei punti di contatto che sono gli stessi rilevati in molte malattie genetiche. Inoltre, lo studio del particolare comportamento del
sistema immunitario nei pazienti affetti da malattie genetiche rare, può dare informazioni molto importanti oggi per disegnare
farmaci e
vaccini che contrastino efficacemente anche il nuovo coronavirus. Come ha spiegato la responsabile Ricerca della Fondazione,
Manuela Battaglia, «la ricerca scientifica è un percorso che non può portare a risposte nette e immediate, ma che piuttosto aggiunge progressivamente frammenti di conoscenza che si sedimentano nel tempo. Studiare le malattie genetiche rare porta a conoscere meccanismi così fondamentali dal punto di vista biologico da avere ricadute in tutti i campi della medicina. È questo il motivo per cui abbiamo messo a disposizione la nostra conoscenza e la nostra esperienza nella ricerca scientifica per lo studio dell’infezione da Sars-CoV2, così apparentemente distante dall’ambito per cui siamo nati, quello delle malattie genetiche rare, che rimangono comunque il focus principale della nostra attività, quello per cui continuiamo a lavorare». Oltre al
bando tradizionale generale per progetti di ricerca sulle malattie genetiche rare, il terzo riguarda la nuova edizione del
“Seed Grant”, il progetto pilota che ha l’obiettivo di mettere a disposizione delle associazioni di pazienti tutte le proprie competenze nella valutazione rigorosa e meritocratica dei progetti di ricerca, affinché possano utilizzare al meglio le loro risorse economiche. Tre le associazioni che collaborano a questa iniziativa: l’Associazione italiana glicogenosi, l’Associazione italiana per la lotta alle sindromi atassiche e “Una vita rara AHDS-MCT8 Onlus”. Inoltre, sempre con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sull’importanza della ricerca,
fino al 3 maggio gli esperti della Fondazione saranno ospiti, con i pazienti e i loro familiari, sui canali tv, radio e web della
Rai. Da 30 anni, compleanno che è stato celebrato con una
cerimonia speciale lo scorso 28 febbraio al
Quirinale, la Fondazione Telethon è impegnata per restare al fianco di coloro che sono affetti da patologie rare e offrire loro una speranza grazie alla ricerca scientifica. Ricerca a cui
da 18 anni partecipa anche
AVIS Nazionale: un legame forte quello tra le due realtà che era stato ribadito anche lo scorso dicembre in occasione della
Maratona Telethon su Rai Uno, quando il nostro presidente,
Gianpietro Briola, consegnò “l’assegnone” con la somma devoluta alla Fondazione come contributo alla ricerca.La
ricerca sulle
malattie rare non può e non deve fermarsi. Nemmeno in epoca di pandemia. Ecco perché la
Fondazione Telethon è pronta a lanciare, tra maggio e giugno,
tre bandi tra cui uno dedicato a progetti pilota che utilizzino le malattie genetiche come modello per far luce sul
Covid-19 e il comportamento del nuovo Coronavirus. Sistemi di trasporto che il virus sfrutta per riprodursi e molecole coinvolte nell’interazione tra Sars-CoV2 e cellule umane, sono infatti solo alcuni dei
punti di contatto con l’ambito di ricerca della Fondazione, emersi dagli studi effettuati in questi mesi dalla comunità scientifica. Quei punti di contatto che sono gli stessi rilevati in molte malattie genetiche. Inoltre, lo studio del particolare comportamento del
sistema immunitario nei pazienti affetti da malattie genetiche rare, può dare informazioni molto importanti oggi per disegnare
farmaci e
vaccini che contrastino efficacemente anche il nuovo coronavirus. Come ha spiegato la responsabile Ricerca della Fondazione,
Manuela Battaglia, «la ricerca scientifica è un percorso che non può portare a risposte nette e immediate, ma che piuttosto aggiunge progressivamente frammenti di conoscenza che si sedimentano nel tempo. Studiare le malattie genetiche rare porta a conoscere meccanismi così fondamentali dal punto di vista biologico da avere ricadute in tutti i campi della medicina. È questo il motivo per cui abbiamo messo a disposizione la nostra conoscenza e la nostra esperienza nella ricerca scientifica per lo studio dell’infezione da Sars-CoV2, così apparentemente distante dall’ambito per cui siamo nati, quello delle malattie genetiche rare, che rimangono comunque il focus principale della nostra attività, quello per cui continuiamo a lavorare». Oltre al
bando tradizionale generale per progetti di ricerca sulle malattie genetiche rare, il terzo riguarda la nuova edizione del
“Seed Grant”, il progetto pilota che ha l’obiettivo di mettere a disposizione delle associazioni di pazienti tutte le proprie competenze nella valutazione rigorosa e meritocratica dei progetti di ricerca, affinché possano utilizzare al meglio le loro risorse economiche. Tre le associazioni che collaborano a questa iniziativa: l’Associazione italiana glicogenosi, l’Associazione italiana per la lotta alle sindromi atassiche e “Una vita rara AHDS-MCT8 Onlus”. Inoltre, sempre con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sull’importanza della ricerca,
fino al 3 maggio gli esperti della Fondazione saranno ospiti, con i pazienti e i loro familiari, sui canali tv, radio e web della
Rai. Da 30 anni, compleanno che è stato celebrato con una
cerimonia speciale lo scorso 28 febbraio al
Quirinale, la Fondazione Telethon è impegnata per restare al fianco di coloro che sono affetti da patologie rare e offrire loro una speranza grazie alla ricerca scientifica. Ricerca a cui
da 18 anni partecipa anche
AVIS Nazionale: un legame forte quello tra le due realtà che era stato ribadito anche lo scorso dicembre in occasione della
Maratona Telethon su Rai Uno, quando il nostro presidente,
Gianpietro Briola, consegnò “l’assegnone” con la somma devoluta alla Fondazione come contributo alla ricerca.