Vi ricordate quando pensavate alla festa che avreste organizzato per i vostri 18 anni? Quanti amici invitare, che locale scegliere, cosa mangiare. E poi decidere il vestito e sognare i regali che vi sarebbero arrivati. Spegnere 18 candeline significa diventare adulti. Prepararsi per gli esami di maturità, iscriversi a scuola guida, presentarsi alle urne per votare. Di colpo il fanciullo che cova in ciascuno di noi se ne va, per fare posto all’adulto che saremo da lì in avanti. C’è però chi il suo diciottesimo compleanno ha deciso di festeggiarlo in un altro modo, meno spettacolare forse, ma sicuramente più intenso e solidale verso gli altri. Donando il sangue. Lui si chiama Leonardo Campugiani. Vive a San Ginesio, un comune in provincia di Macerata, e lo scorso 27 maggio ha spento 18 candeline. E non le ha spente in un locale alla moda insieme ai suoi amici (anche perché viste le restrizioni per il Covid-19 sarebbe stato impossibile), ma comodamente seduto sulla poltrona del centro trasfusionale, accompagnato dal presidente dell’Avis del suo paese, Lorenzo Petetta, e dal suo papà Flavio che, di quella Avis, è il segretario. Ha festeggiato il giorno in cui diventava adulto dimostrando, con i fatti, che adulto lo è già. «Abbiamo cominciato a organizzare l’avvicinamento alla prima donazione a inizio lockdown – racconta Leonardo – perché volevamo ottenere in tempo le risposte alle analisi per poter donare proprio il 27 maggio». Una sensibilità verso questa scelta su cui molto ha inciso l’impegno del papà: «Lo accompagnavo spesso e quindi già conoscevo il meccanismo e cosa fare per diventare donatore». Il papà che il 27 maggio avrebbe dovuto donare insieme a lui, ma si è visto precludere questa possibilità per aver effettuato l’antitetanica lo scorso febbraio. Il motivo della scelta di iniziare a donare è stato molto semplice: «Posso salvare la vita a una persona con una sacca di sangue, quindi perché non dovrei farlo? A me non costa nulla, nel giro di pochissimo tempo il mio organismo ritorna ai valori normali, chi sta male invece dipende da me e da tanti altri che come me compiono questo gesto». Un messaggio positivo e di sprone verso le nuove generazioni: «Aiutare gli altri mi fa stare bene e fa stare bene chiunque dona, per questo ai ragazzi della mia età dico, quantomeno, di provarci – conclude – senza escludere nemmeno la possibilità di donare il plasma. Tante vite dipendono dalla scelta etica e volontaria dei donatori, non ce ne dobbiamo mai dimenticare». Quella di organizzare le prime donazioni di sangue in occasione dei 18esimi compleanni dei giovani di San Ginesio, è un’iniziativa lanciata dal presidente dell’Avis Comunale, Lorenzo Petetta: «Il fatto che Leonardo abbia accettato è per me un motivo di grande soddisfazione – racconta senza celare l’emozione – perché è importante che i giovani dimostrino sensibilità e solidarietà verso gli altri fin da subito». Lui che avrebbe voluto continuare a donare, ma che per problemi di salute si è dovuto fermare dopo aver tagliato il traguardo delle 110 donazioni: «Credo tantissimo in questa scelta, perché aiutare gli altri è il motore di questo straordinario movimento dei donatori di sangue». Un movimento che proprio lui ha deciso di continuare ad alimentare organizzando le donazioni nei giorni dei compleanni: «Anni fa mi imbattei in uno slogan che recitava: Per il tuo compleanno fatti un regalo, vai a donare il sangue. Da lì io stesso, oltre alle donazioni nel corso dell’anno, ne programmavo una specifica nel giorno in cui compivo gli anni». Storie di passione e di impegno sociale che hanno portato l’Avis di San Ginesio a garantire un enorme contributo alla comunità locale duramente colpita dal sisma del Centro Italia: «Da 3300 residenti che c’erano qui, oggi a stento siamo 2000 – conclude Petetta – ma nonostante questo la nostra sede conta 141 iscritti e nel 2019 abbiamo raccolto 317 sacche tra sangue e plasma». Il senso di appartenenza e l’amore verso gli altri portano a questo. Come Leonardo, che il prossimo anno è atteso dagli esami di maturità: quello più importante, però, di esame, quello in cui devi dimostrare in che modo vuoi affrontare la vita, l’ha già superato. E a pieni voti.
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