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Cellule staminali, l’attività trapiantologica resiste nonostante il Covid-19. I numeri nel report pubblicato dal CNT

I trapianti di cellule staminali emopoietiche proseguono nonostante l’impatto del Covid-19I trapianti di cellule staminali emopoietiche proseguono nonostante l’impatto del Covid-19

I trapianti di cellule staminali emopoietiche proseguono nonostante l’impatto del Covid-19. Lo dice il report pubblicato dal Centro nazionale trapianti, in collaborazione con Ibmdr (il Registro italiano dei donatori di midollo osseo) e Gitmo (il Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare), e relativo al primo quadrimestre del 2020. Fino al 30 aprile, infatti, sono stati 1679 i trapianti effettuati, a dispetto dei 1775 dello stesso periodo dello scorso anno. Un calo di circa il 5,4% che, proprio alla luce dell’emergenza sanitaria dei mesi scorsi e delle difficoltà logistiche vissute nelle varie strutture ospedaliere italiane, lascia comunque ben sperare, soprattutto dopo che in aprile l’attività ha permesso di recuperare al calo del 26,9% registrato a marzo. In più, dati provvisori relativi a maggio, e quindi non compresi nel documento, sembrerebbero confermare il trend in costante risalita. Il report cita anche i dati relativi ai trapianti autologhi e allogenici. I primi consistono nella somministrazione di chemioterapia o radioterapia ad intensità sovra-massimale (denominata di “condizionamento”), seguita da una reinfusione delle cellule staminali del paziente stesso (che è quindi al contempo donatore e ricevente) raccolte e congelate prima della terapia. I secondi, invece, prevedono la reinfusione di cellule staminali di un donatore (il soggetto sano) in un ricevente (il soggetto malato) dopo che il ricevente è stato “condizionato” cioè preparato con la somministrazione di chemioterapia o radioterapia sovra-massimale e chiamata “terapia di condizionamento”. I trapianti autologhi hanno registrato un calo più contenuto (-5,2%) a fronte del -5,8% degli allogenici: il motivo principale, come spiega in una nota lo stesso Cnt, «è stato individuato nell’indicazione da parte della Rete trapiantologia di limitare le richieste di donazioni da alcuni Paesi esteri alle situazioni di urgenza nei casi di unicità del donatore e di assenza di donatori familiari o iscritti al Registro italiano. Questo spiega la lieve riduzione dei trapianti da donatore non consanguineo e il sensibile aumento di quelli da donatore familiare parzialmente compatibile. I trapianti da donatore familiare compatibile, invece, sono scesi dai 159 del primo quadrimestre 2019 ai 107 del 2020». Il prelievo di cellule staminali da sangue periferico si conferma la fonte preferita di donazione, visto che con questa metodologia è stato effettuato il 90,6% dei trapianti, seguita dall’8,6% dei prelievi da midollo osseo. Solo l’1% degli interventi è avvenuto grazie al sangue cordonale. Il prossimo 13 luglio, dalle 10:00 alle 12:30, è in programma il webinar promosso dal Centro nazionale trapianti intitolato “Donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche ai tempi del coronavirus”: l’appuntamento è dedicato a fornire sempre maggiore assistenza e informazione ai pazienti in attesa di trapianto, nonché a fare un ulteriore punto dell’attività nel periodo del Covid-19.

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