Domenica 1 dicembre sarà la giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS, che fu celebrata per la prima volta nel 1988 in occasione del summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione della malattia. Nel mondo sono circa 36,7 milioni le persone che hanno contratto il virus dell’Hiv e, nonostante la sindrome sia stata identificata nel 1984, oltre 35 milioni di persone hanno perso la vita a causa dell’AIDS. Si tratta, quindi, di una delle pandemie più distruttive della storia. Dagli anni 80 sono stati fatti progressi scientifici per il trattamento dell’AIDS, sono state adottate leggi per proteggere le persone affette dalla sindrome e si hanno più strumenti per comprendere la condizione dei malati. È aumentato, inoltre, il numero di pazienti che hanno accesso alle cure: se nel 2000 solo 685.000 malati nel mondo potevano beneficiare della terapia antiretrovirale, ora vi hanno accesso più di 21 milioni di persone. Questa terapia assicura una quotidianità e un’aspettativa di vita paragonabili a quella delle persone che non hanno contratto il virus e ne riduce la possibilità di trasmissione di circa il 97%, soprattutto dalle madri ai bambini. Oggi la sfida è quella di continuare su questa strada, con l’obiettivo di garantire l’accesso ai medicinali ai circa 17 milioni di persone ancora bisognose di cure, tra cui 1,2 milioni di bambini. È fondamentale anche mettere la prevenzione dell’HIV come priorità nella programmazione della sanità pubblica, in particolare nei Paesi in cui le infezioni da HIV sono in aumento. In Italia sono circa 130.000 i pazienti cronicizzati e, negli ultimi sette anni, il numero di nuove diagnosi è stato stabile con circa 3500 nuovi casi ogni anno, che interessano soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni e sono causati per la maggior parte da infezioni a trasmissione sessuale, sia da rapporti eterosessuali che omosessuali. Più del 50% delle nuove diagnosi, però, avviene in condizioni avanzate di malattia. È, questa, un’inevitabile conseguenza del calo di attenzione su questa malattia, della quale specialmente i giovanissimi sanno molto poco. La giornata mondiale contro l’AIDS rappresenta, quindi, un’importante occasione per promuovere prevenzione e assistenza, combattere i pregiudizi e sollecitare i governi e la società civile affinché vengano destinate risorse appropriate per la cura e le campagne di informazione. Come gli anni scorsi, il Ministero della Salute italiano ha realizzato una campagna di informazione per contrastare la diffusione del virus Hiv, in collaborazione con la Sezione del volontariato per la lotta contro l’Aids del Comitato Tecnico Sanitario. La campagna di comunicazione 2019 si avvale della preziosa collaborazione di quattro testimonial d’eccezione: gli attori Stefano Fresi, Francesco Montanari e Dario Vergassola e la youtuber Sofia Viscardi. Gli obiettivi di questa campagna sono responsabilizzare i singoli individui nei confronti della salute propria e degli altri, sensibilizzare verso la lotta allo stigma e promuovere il ricorso al test dell’Hiv anche tra i ragazzi più giovani. La campagna è partita già dalla scorsa estate, con la diffusione di tre spot televisivi e di alcune pillole web realizzate dai testimonial, che si possono trovare e condividere su tutti i canali social con l’hashtag #HIVriguardatutti. La scelta di utilizzare un tono ironico consente di affrontare in maniera originale ed efficace l’argomento senza sminuirne l’importanza. I contenuti e la call to action proposti richiamano in modo diretto e inequivocabile l’importanza dell’utilizzo del preservativo come misura preventiva più efficace. Sia gli spot sia le pillole web invitano ad approfondire gli argomenti sul sito www.salute.gov.it/hiv-aids e a chiamare il Telefono verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse – 800 861 061. di Alissa Peron
